Donazione organi: bimba di 8 mesi salvata con il trapianto del fegato di un bambino di 5 mesi

La donazione degli organi rappresenta un gesto di straordinaria umanità e solidarietà, capace di trasformare una tragedia in una nuova speranza di vita.

Una piccola vita spezzata da una malattia. La vita stessa che non finisce con il dolore della morte ma viene donata, ancora. Il gesto di incommensurabile altruismo e generosità da parte di due genitori che hanno visto andare via il proprio piccolo troppo presto. È davvero commovente la storia proveniente da Torino, dove una bimba di 8 mesi è stata salvata grazie al trapianto di fegato ricevuto da un bambino di 5 mesi deceduto a causa di una patologia.

L’intervento è stato eseguito all’ospedale Molinette.

Una malformazione gravissima

Come si legge su RaiNews, la bambina era nata con una malformazione gravissima, l’atresia delle vie biliari, e la prima operazione, eseguita nel luglio 2024, aveva prodotto conseguenze sfavorevoli (“come accade in circa un terzo dei casi di questo genere” secondo quanto precisano dalla Città della Salute). Il donatore è un piccino deceduto in un’altra Regione italiana per una patologia congenita encefalica.

L’atresia delle vie biliari è una malattia rara che porta a distruzione progressiva delle vie biliari.

La conseguenza diretta è l’accumulo della bile nel fegato (colestasi) non più scaricata nell’intestino con danno progressivo dello stesso fegato.

La prima operazione

La bimba, quando aveva due mesi, era stata sottoposta all’ospedale infantile Regina Margherita di Torino ad una prima operazione a intento riparativo di porto-entero-anastomosi secondo Kasai. “Come purtroppo accade in circa un terzo dei casi dopo questo tipo di intervento – spiegano dalla Città della Salute – il flusso della bile dal fegato verso l’intestino non è ripreso ed il fegato della bambina è andato inesorabilmente incontro all’evoluzione in cirrosi epatica. Rapida è stata la comparsa di scompenso epatico, con sviluppo di versamento di liquido ascitico in addome e di stato di ittero severo”.

La lista d’attesa per il trapianto

La piccola pertanto, era stata inserita nella lista di attesa pediatrica per un trapianto epatico, ma la ricerca di un donatore compatibile non aveva dato esito per sei settimane. A quel punto il papà si era detto disponibile a sottoporsi al prelievo di una parte del proprio fegato: le valutazioni avevano dato esito favorevole e l’intervento era stato programmato per la metà di gennaio. Ma a meno di 72 ore dall’entrata in sala operatoria il Centro nazionale trapianti ha segnalato al Centro piemontese (diretto da Federico Genzano) la presenza di un donatore compatibile. Renato Romagnoli, direttore del dipartimento trapianti e del Centro trapianto Fegato adulto e pediatrico delle Molinette, ha accettato la proposta, nonostante le difficoltà, anche a causa delle gravi condizioni della bimba.

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Il trapianto di fegato

Il prelievo del fegato del piccolissimo donatore è stato eseguito da Paolo Strignano. Il complesso intervento chirurgico sulla piccina (il numero 4.200 nella storia del Centro torinese) è stato svolto da Romagnoli e dalla sua équipe, coadiuvata da Angelo Panio e dai colleghi di Anestesia e Rianimazione 2.

L’operazione è durata 11 ore “ed è tecnicamente riuscita”, comunicano dalla Città della Salute.

Il fegato trapiantato ha ripreso immediatamente la sua funzione e la paziente è stata risvegliata ed estubata. La regressione dell’importante stato di ittero è stata rapidissima e la bimba è stata trasferita nel reparto di Gastroenterologia dell’ospedale infantile Regina Margherita per un periodo di riabilitazione a seguito del quale potrà tornare a casa.

La riconoscenza ai genitori del piccolo donatore

“Sapere che questo dono ci è arrivato da un bimbo molto piccolo ci ha scosso profondamente. E’ stato un regalo bellissimo, inatteso, e ora sono tanto felice per la mia Matilde. Ma il mio primo pensiero è andato a una mamma che non può dire altrettanto e a un piccino che non c’è più”. Lo ha dichiarato all’ANSA la madre della bimba salvata. “Ho trovato – ha commentato ancora la donna – tanta umanità e disponibilità. Tutti, dagli infermieri al professor Romagnoli, sono stati davvero fantastici”.

L’importanza della donazione degli organi

La donazione degli organi rappresenta un gesto di straordinaria umanità e solidarietà, capace di trasformare una tragedia in una nuova speranza di vita. Ogni anno, migliaia di persone nel mondo attendono un trapianto che potrebbe salvare loro la vita o migliorare significativamente la loro qualità di vita. Tuttavia, il numero di donatori non sempre è sufficiente a soddisfare le richieste, rendendo essenziale sensibilizzare ancora di più l’opinione pubblica sull’importanza di questo gesto altruistico.

Donare gli organi non è solo un atto medico, ma un profondo simbolo di generosità. Significa dare ad altri una possibilità di vivere, anche quando la vita di chi dona è giunta al termine. È un lascito che supera i confini del tempo, permettendo a chi riceve di continuare a scrivere la propria storia grazie a un dono inestimabile.

Un ruolo centrale in questo processo lo svolgono le famiglie delle persone decedute, che nonostante il dolore, trovano la forza e il coraggio di trasformare la propria perdita in un atto d’amore verso il prossimo. Un atto che non solo salva altre vite, ma rafforza il senso di comunità e solidarietà umana.

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