Demenza e morbo di Parkinson, il modo in cui dormi potrebbe rivelare se sei a rischio
Gli esperti sottolineano l'importanza di monitorare la qualità del sonno come potenziale strumento diagnostico precoce, aprendo nuove prospettive per interventi preventivi e trattamenti mirati.
Un recente studio ha evidenziato una possibile correlazione tra il sonno agitato e lo sviluppo di patologie neurodegenerative come la demenza e il morbo di Parkinson. In particolare, i disturbi del sonno REM, che si manifestano con movimenti bruschi, vocalizzazioni o comportamenti inconsueti durante il sonno, potrebbero rappresentare un campanello d’allarme precoce per queste condizioni.
Cosè la demenza
La demenza è un termine generale che descrive un declino progressivo delle funzioni cognitive, come memoria, pensiero, linguaggio e capacità di risoluzione dei problemi. Questo deterioramento è abbastanza grave da interferire con la vita quotidiana e l’autonomia della persona. Le cause possono essere molteplici, tra cui l’Alzheimer (la forma più comune), ma anche altre patologie neurodegenerative.
Il Parkinson
Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa cronica che colpisce il sistema nervoso centrale. È caratterizzato principalmente da sintomi motori come tremori, rigidità muscolare, lentezza nei movimenti e instabilità posturale, causati dalla progressiva perdita di cellule nervose produttrici di dopamina. Il Parkinson può anche portare a sintomi non motori, come depressione, disturbi del sonno e problemi cognitivi, che in alcuni casi possono evolvere in demenza.
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Il nuovo studio
Sia la demenza che il Parkinson sono comuni nelle persone anziane e richiedono un approccio multidisciplinare per la gestione dei sintomi e il supporto alla qualità della vita.
Un nuovo studio scientifico ha rivelato una possibile correlazione tra un sonno agitato e l’insorgenza precoce di disturbi neurodegenerativi come per l’appunto demenza e Parkinson. Gli esperti sottolineano l’importanza di monitorare la qualità del sonno come potenziale strumento diagnostico precoce, aprendo nuove prospettive per interventi preventivi e trattamenti mirati.
Come si legge su doctissimo.fr, qualche giorno fa uno studio pubblicato su Annals of Neurology, ha evidenziato il lavoro di alcuni ricercatori che hanno utilizzato telecamere 2D per analizzare il sonno di 170 pazienti per rilevare i primi segni di demenza o morbo di Parkinson. I risultati mostrano che i movimenti irrequieti durante il sonno REM, rilevati da un algoritmo, potrebbero indicare un aumento del rischio di sviluppare malattie neurodegenerative.
Questo studio potrebbe rivoluzionare la diagnosi precoce e personalizzata dei disturbi cognitivi, semplificando l’identificazione dei pazienti a rischio.
Lo studio ha concluso che le persone che si muovono a letto e sono particolarmente irrequiete durante il sonno potrebbero presentare “in quasi tutti i casi un segno precoce di demenza o di morbo di Parkinson”, dicono gli esperti.
Come si è svolto lo studio
Per eseguire lo studio, i ricercatori hanno utilizzato telecamere 2D per valutare test clinici del sonno in 170 pazienti, come già detto, di cui 80 con disturbo comportamentale del sonno REM (REBD), una forma di sonno agitato. I restanti 90 avevano un altro disturbo del sonno o nessun disturbo del sonno. Un algoritmo automatizzato ha permesso di monitorare i movimenti del sonno durante il sonno REM. I ricercatori hanno identificato il 92% delle persone che soffrono di sonno agitato.
I risultati dello studio
Quanto osservato dai ricercatori ha permesso loro di concludere che le persone con disturbo comportamentale del sonno REM hanno un’infiammazione aumentata in un’area del cervello in cui viene prodotta la dopamina. E pertanto correrebbero il rischio di sviluppare demenza.
Il disturbo del sonno REM
L’ostacolo maggiore è stato sinora rappresentato dalle difficoltà nella diagnosi. Non è infatti semplice diagnosticare il disturbo comportamentale del sonno REM perché i suoi sintomi possono passare inosservati o essere confusi con altre malattie, anche se riguarda il 5% delle persone e si manifesta tramite conversazioni, risate, urla e imprecazioni durante il sonno.
In alcuni casi queste persone possono arrivare a ferirsi compiendo vigorosi movimenti notturni.
Chi soffre di questi disturbo può essere paragonato a chi fa una lotta, ovviamente durante il sonno, e spesso si addormenta durante il giorno.
L’algoritmo utilizzato nello studio potrebbe adesso aiutare a identificare precocemente le persone a rischio di sviluppare demenza e Parkinson.
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