Chi soffre di diabete può mangiare la pizza?

La pizza è uno dei piatti italiani più conosciuti e amati in tutto il mondo, simbolo di convivialità e tradizione. Chi soffre di diabete può mangiarla? Cerchiamo di capirlo insieme.

La pizza è uno dei piatti italiani più conosciuti e amati in tutto il mondo, simbolo di convivialità e tradizione. La sua origine risale a secoli fa, ma è con l’invenzione della pizza napoletana, nel XVIII secolo, che la pizza acquisisce la forma che oggi conosciamo, con il suo soffice impasto, la salsa di pomodoro, la mozzarella e un filo d’olio d’oliva. Da allora, la pizza ha percorso un lungo cammino, arrivando ad essere presente in ogni angolo del pianeta, spesso interpretata in modi diversi a seconda della cultura e dei gusti locali.

calorie pizza margherita
Pizza Margherita.

Un piatto versatile, esistono innumerevoli varianti

Una delle caratteristiche che rende la pizza così speciale è la sua incredibile versatilità. Esistono infatti innumerevoli varianti, che vanno dalla tradizionale Margherita con pomodoro, mozzarella e basilico, alla più ricca Quattro Stagioni, che offre un mix di ingredienti come prosciutto, funghi, olive e carciofi. La fantasia non ha limiti e in ogni angolo del mondo la pizza si reinventa, con aggiunte che spaziano dal tonno alla salsiccia, dalla verdura grigliata al pesce, soddisfacendo i gusti di ogni palato.

Ci sono anche le versioni gourmet

La pizza è un piatto che riesce a unire le persone, sia grandi che bambini. Per i più piccoli, una pizza semplice con pomodoro e mozzarella è spesso il piatto perfetto per il suo sapore delicato e la sua forma invitante. Per gli adulti, invece, la pizza diventa una vera e propria esperienza gastronomica, che può variare dal classico forno a legna alle versioni gourmet con ingredienti ricercati.

Un piatto che rappresenta la convivialità e l’allegria

Questa specialità italiana, simbolo di unione e condivisione, è in grado di portare allegria in qualsiasi occasione, che si tratti di una cena in famiglia, di una serata con gli amici o di una festa. La pizza, quindi, non è solo un alimento, ma una vera e propria cultura che ha conquistato il mondo, facendosi apprezzare da generazioni e diventando il piatto che, più di ogni altro, rappresenta la convivialità e il piacere di stare insieme.

I diabetici possono mangiare la pizza?

Indipendentemente dal gusto preferito, la pizza, come detto, piace a tutti. Ma è un piatto sicuro per tutti? Ad esempio, chi soffre di diabete, patologia purtroppo piuttosto diffusa, può mangiare la pizza? Come si legge sul sito internet del Gruppo San Donato, prova a fare chiarezza e fornisce alcuni consigli la dott.ssa Ioana Savulescu, responsabile dell’ambulatorio di endocrinologia e diabetologia dell’Istituto di Cura Città di Pavia. L’esperta spiega cosa mangiare se si soffre di diabete e quali cibi evitare, sfatando falsi miti su alimenti e comportamenti.

Dieta ed esercizio fisico fondamentali

Nelle persone che convivono con il diabete la dieta corretta rappresenta la forma principale di terapia, insieme all’esercizio fisico (150 minuti di camminata settimanale oppure 10.000 passi al giorno – secondo le raccomandazione dell’OMS), alla terapia ipoglicemizzante (farmaci oppure insulina), al monitoraggio glicemico e all’educazione terapeutica.

La dieta equilibrata per i diabetici

“Una dieta equilibrata nel paziente diabetico – spiega la dottoressa – prevede:

1 quota di carboidrati compresi tra 45-60% delle calorie giornaliere, in particolar modo carboidrati ricchi di fibre e a basso indice glicemico;

una limitazione al 5-10% degli zuccheri semplici;

20-35% di lipidi;

10-25% di proteine.

Infine, essenziale è l’assunzione di fibre. Le fibre presenti nella frutta, verdura, legumi e cereali, non apportano calorie, aumentano la sazietà (riempiendo lo stomaco, rafforzando la masticazione, facilitando il transito intestinale e migliorando la flora batterica), rallentano e rendono più costante l’assorbimento dei carboidrati. Occorre assumerne circa 30 grammi/die nell’adulto.”

È anche importante sottolineare che oltre alla quantità del cibo va posta attenzione alla qualità e alla distribuzione intragiornaliera dei pasti.

Pizza e dolci, i falsi miti di sfatare

La dottoressa poi, punta l’attenzione su tre falsi miti da sfatare per chi soffre di diabete.

Il diabetico non può mangiare pasta, pane, pizza e riso

“Spesso – spiega la dottoressa – al riscontro di elevati valori glicemici o diabete, si tende ad eliminare dalla dieta pasta, pane, riso e pizza. Nulla di più sbagliato. Gli zuccheri sono la fonte diretta di energia per il nostro organismo e vengono maggiormente utilizzati dagli organi principe come cervello, cuore e muscoli per lo svolgimento delle principali attività. Pertanto sono importanti e devono far parte integrante della nostra alimentazione.

Basta pensare che il cervello consuma circa 120 g di glucosio al giorno dei 200 g ai quali ammonta il fabbisogno giornaliero dell’intero organismo. Se il glucosio è l’unico zucchero semplice (monosaccaride) in grado di attraversare la barriera ematoencefalica pertanto in grado di far ‘funzionare’ i nostri neuroni, questo non vuol dire che bisogna esagerare con i dolci! Il nostro organismo è in grado di ottenere questo zucchero dai carboidrati complessi (amidi) della pasta, pane, riso e patate.

Pertanto – continua la specialista – al riscontro di elevati valori glicemici o diabete, è bene preferire carboidrati complessi o amidi che vengono assorbiti lentamente e che non determinano un improvviso rialzo della glicemia. Carboidrati che si possono trovare nei derivati dei cereali (pasta, riso, pane, prodotti da forno), nelle patate e nei legumi (fagioli, ceci, lenticchie, piselli).

Buona norma è ridurre l’assunzione dei carboidrati semplici, che assimilandosi rapidamente, alzano in maniera significativa la glicemia. Tra questi zuccheri, quelli del miele, della marmellata, frutta (fruttosio e saccarosio), ma anche del latte e o yogurt (lattosio) oppure quelli aggiunti nelle bibite zuccherate”.

Le indicazioni dell’OMS prevedono l’assunzione di zuccheri liberi al 10% del nostro apporto energetico giornaliero. Diversi paesi EU raccomandano un consumo massimo di 25gr di zuccheri liberi al giorno (o il 5% dell’apporto energetico totale); ciò corrisponde a 6 cucchiaini di zucchero da tavola.

Quindi il segreto, per non commettere errori, è la moderazione.

Il diabetico non può mangiare dolci

Non esiste un singolo alimento che la persona con diabete non possa assumere, dolci compresi. “I dolci – precisa la dottoressa – sono alimenti che vanno consumati con moderazione e in piccole quantità: 1 volta alla settimana, una porzione, a colazione o a fine pranzo al posto della frutta.

In questo modo si ha il tempo necessario per essere ‘consumati/combustionati’ durante la giornata.

Inoltre, a fine pasto, il rialzo glicemico viene modulato dall’assorbimento degli altri nutrimenti introdotti con l’alimentazione. È bene precisare che i dolci non vanno assunti lontano dal pasto oppure tardi dopo cena.”

Più problematiche sono le bibite zuccherate, che andrebbero evitate. “La loro assunzione – sottolinea la specialista – è correlata al sovrappeso e all’obesità, specialmente nei bambini e negli adolescenti. Basti pensare che chi consuma 2 succhi di frutta al giorno, aumenta il rischio di sviluppare il diabete; 1 cocktail zuccherato al giorno fa aumentare il rischio di malattia del 20% (InterActConsortium 2013).

Infine, l’assunzione di alcool deve essere limitata in quanto i carboidrati in esso contenuti possono impennare la glicemia e spesso non vanno considerati dal diabetico. Assunto insieme ad alcune terapie (insulina), a digiuno o in presenza di insufficienze d’organo (epatopatia), l’alcool può favorire l’insorgenza dell’ipoglicemia, interferendo con il rilascio del glicogeno.

Altrettanto vale per le bibite edulcorate, che non hanno calorie, ma perpetuano l’abitudine al dolce ed ingenerano una risposta biochimica e biologica che favorisce l’aumento di peso.”

La persona col diabete deve stare sempre a dieta

Il controllo del peso corporeo è essenziale per ottenere e mantenere un buon compenso glicemico e per evitare lo sviluppo di complicanze. Per farlo non si devono adottare diete drastiche o inadeguate, impossibili da seguire.

“Per un limitato periodo di tempo e con il solo obiettivo del calo ponderale – precisa la dottoressa- possono essere seguite diete particolari sotto stretto controllo medico e dietologico.

Assolutamente sconsigliate invece le ‘diete fai da te’ o ideate da persone non qualificate (parenti, amici, vicini). Il diabete è una malattia seria, multi-organo che può portare a gravi danni ai vari apparati o a disfunzioni anche a causa di misure dietetiche non appropriate o scorrette.

Conviene seguire una dieta ragionevole da applicare con regolarità anche per tutta la vita: un po’ meno pasta, un po’ meno pane, pesce e legumi come alternativa alla carne, poco formaggio e pochi salumi, molta verdura, sempre la frutta, pochissimi dolci”, conclude la dottoressa.

Adottare la dieta mediterranea quale stile di vita

“La migliore dieta resta quella mediterranea – precisa la dottoressa Savulescu – equilibrata dal punto di vista nutrizionale, completa, ricca di fibre provenienti da ortaggi, frutta e verdura e di cereali integrali e povera di grassi di origine animali”.

Foto di DanaTentis da Pixabay

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Alcuni consigli alimentari

Infine, la responsabile dell’Ambulatorio di Endocrinologia e Diabetologia dell’Istituto di Cura Città di Pavia fornisce alcuni consigli alimentari a chi soffre di diabete. Particolarmente raccomandati sono:

prodotti integrali: perché ricchi di fibra e perché conferiscono una maggiore sazietà, considerando che integrale non vuol dire ‘senza zucchero’ e che non si intende un tipo di pane arricchito di semi oppure condito;

dolcificanti: in basse quantità per dolcificare, sia quelli naturali come la stevia che sintetici come aspartame e saccarina, in quanto privi sia di zuccheri che di calorie. Attenzione a sorbitolo e fruttosio, apportano 4 calorie/grammo come lo zucchero che vogliamo limitare.

Bisogna inoltre prestare attenzione a:

cioccolato/dolci e biscotti ‘senza zucchero’: sono alimenti che utilizzano come dolcificante il sorbitolo e possono sostituire i prodotti relativi zuccherati. Va fatta attenzione alle quantità perché arricchiti di grassi.

Bibite light: sconsigliate perché favoriscono e perpetuano il bisogno di “dolce”, favorendo l’aumento di peso e l’obesità. Riducono l’idratazione corretta dell’organismo e contengono coloranti/conservanti, quindi meglio non consumarli in caso di ipoglicemia.

Il diabete – conclude la specialista – è una malattia potenzialmente grave che richiede grande consapevolezza e massima applicazione da parte della persona affetta che va anche supportata da un team di cura. Diversamente dalla maggior parte delle malattie, il diabete non può essere curato da un solo medico, ma richiede un lavoro di squadra, pluridisciplinare (diabetologo, cardiologo, vascolare, oculista, nefrologo, dietologo, ecc).

Il paziente diabetico deve essere un ‘paziente attivo’, consapevole della propria patologia; incoraggiato e sostenuto dai professionisti che lo seguono, rimane al centro del proprio percorso di cura”.

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