Covid-19, Galli: “A scuola ci vogliono ancora le mascherine”
“Mi sembra una canzone, assolutamente corretta e reale, sentita una quantità incresciosa di volte. Il distanziamento nelle aule attualmente non è possibile”.
Così l’immunologo Massimo Galli ai microfoni di iNews24, rispondendo a una domanda sul ritorno a scuola a settembre.
“La soluzione è l’utilizzo delle mascherine che, in generale nei ragazzi, è difficilissima da tenere. Quindi in realtà gli strumenti che abbiamo non vanno al di là di alcune banali cautele che sono anche difficili da regolamentare in maniera rigida”, ha aggiunto l’ex direttore di Malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano.
“Perciò affronteremo ancora una volta l’inizio delle scuole nella stessa situazione degli anni precedenti. E in più, cosa abbastanza grave, con ragazzi complessivamente ipovaccinati rispetto a quanto sarebbe stato opportuno”.
Sulle quarte dosi, Galli ha dichiarato: “Ci sono situazioni di persone di oltre sessant’anni che sono di fronte alla scelta tra una il vaccino aggiornato, il cui arrivo è condizionato da una serie di fattori che in questo momento non stiamo perfettamente governando. E quella di vaccinarsi con la quarta dose del vaccino attuale, nella speranza di non rovinarsi le vacanze. Tantissimi hanno deciso di rimandare la vaccinazione a settembre. Ma se allora ci ritrovassimo di fronte all’ondata della nuova variante, ci renderemmo conto che avremmo fatto meglio a vaccinarci prima”.
Per quanto riguarda il prossimo autunno, l’immunologo non fa previsioni: “Non voglio fare previsioni. La pandemia ci ha insegnato a navigare a vista. Ma sono preoccupato perché alla luce dei fatti, quando ne riparleremo in autunno, potrebbe essere già superata anche la variante Centaurus. Una previsione però la faccio in chiave ottimistica. Negli ultimi ventotto giorni Fauci ha avuto di fronte tre milioni di infettati circa e dodicimila morti. Il numero dei decessi quindi, è sproporzionato rispetto agli infettati. Più avremo un affinamento della vaccinazione, meno morti avremo. Ma è un processo dinamico che ancora non si è stabilizzato. Inoltre c’è anche la speranza che più muti, più questo virus perda capacità patogena”.
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