Covid-19, “variante delta più mortale del 133% rispetto all’infezione originaria”
La variante Delta, quasi inesistente a gennaio, rappresenta ora il 99,3% delle sequenze depositate nel database Gisaid a livello internazionale per il periodo dal 29 agosto al 21 settembre 2021, secondo un’analisi sanitaria.
Diversi studi hanno già attestato la maggiore contagiosità e la maggiore virulenza della variante Delta. Ha anche una maggiore tendenza a sfuggire al vaccino: il tasso di efficacia dei vaccini di Moderna e Pfizer scende al 66% con questa variante contro oltre il 90% con il virus originale.
Un nuovo ampio studio, condotto in Canada, conferma l’estrema virulenza di questa variante. Effettuato su 212.326 persone tra febbraio e giugno 2021, la ricerca ha esaminato i rischi di ricovero e di morte legati alle varie varianti allora in circolazione (Alfa, Beta, Gamma e Delta) rispetto al virus originario.
Risultato: i rischi di ricovero e morte sono aumentati rispettivamente del 108% e del 133% con la variante Delta. In altre parole,2,33 persone su 100 muoiono se infettate dalla variante Delta rispetto a 1 su 100 in caso di SARS-CoV-2 originale.
La virulenza è maggiore anche con le varianti Alfa, Beta e Gamma, ma in misura minore (52% per il rischio di ricovero e 51% per il rischio di morte). “Anche aggiustato per fattori di età, sesso e comorbilità, il rischio persiste”, insistono i ricercatori. “L’emergere di nuove varianti di SARS-CoV-2 ha rallentato i progressi contro la pandemia in tre modi distinti”, ha detto David Fisman, coautore dell’articolo pubblicato sulla rivista CMAJ (Canadian Medical Association Journal), cioè aumentando la trasmissibilità e numero di riproduzioni del virus, aumentando l’evasione immunitaria e aumentando la virulenza dell’infezione.
La buona notizia è che il vaccino è ancora molto efficace contro le forme gravi. “I vaccini offrono un notevole grado di protezione contro la morte (dall’80 al 90% circa), anche se non riescono a prevenire l’infezione”, hanno affermato gli autori. “Questo aiuta a ridurre la trasmissione del virus, anche se l’immunità di gregge è irraggiungibile dato l’alto tasso di riproduzione”.