Covid-19, scoperta una nuova conseguenza della malattia
Il delirio “insolitamente” persistente in alcuni pazienti con il Covid-19? È quanto rivela uno studio pubblicato sulla rivista BMJ Open. Dopo stanchezza, difficoltà respiratorie e mal di testa, il delirio appare come un sintomo comune nei pazienti con il Covid-19 ricoverati con le cure palliative.
Cos’è il delirio? È un termine medico per descrivere uno stato di confusione mentale. Non si tratta quindi né di una malattia mentale né di una demenza, ma di una disfunzione mentale temporanea. Già un primo studio ha evidenziato che si verifica in circa l’80% dei pazienti ricoverati in terapia intensiva a seguito di un’infezione da Covid-19.
Infatti, è indotto dalla perdita di ossigeno nel cervello o da un’infiammazione generalizzata. In questo nuovo studio, i ricercatori confermano che non è un sintomo comune ma anche che allunga le possibilità di guarigione se non curato.
Analizzando le cartelle cliniche di 148 pazienti ricoverati in un ospedale del Michigan (USA) tra marzo e maggio 2021, i ricercatori hanno scoperto che oltre il 70% di essi ha subito un’interruzione prolungata delle proprie capacità mentali. Ecirca 1 paziente su 3 che ha preso parte allo studio ha lasciato l’ospedale senza prove di remissione totale: “La durata media del delirio (10 giorni) è relativamente lunga rispetto ad altri pazienti in condizioni critiche”.
Questa persistente confusione mentale, poi, non è senza conseguenze. Un sondaggio telefonico effettuato 2 mesi dopo la dimissione dall’ospedale ha mostrato che la metà di questi pazienti, incapaci di badare a se stessi, ha dovuto ricorrere all’assistenza infermieristica a domicilio.
“Potrebbero esserci complicazioni neurologiche a lungo termine di cui potremmo non parlare tanto quanto dovremmo”, ha avvertito l’anestesista Phillip Vlisides del Michigan Hospital.
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