Covid-19, apprensione per la variante Xec: cosa sappiamo

Si chiama Xec la nuova variante del Covid-19 che dopo una rapida diffusione in Europa sta cominciando a manifestarsi anche negli Stati Uniti. Cerchiamo di capirne di più.

C’è una nuova variante del Covid-19 che sta suscitando particolare apprensione.

Si chiama Xec e dopo una rapida diffusione in Europa sta cominciando a manifestarsi anche negli Stati Uniti. Cerchiamo di capirne di più.

Cos’è Xec

Secondo gli esperti, e come accennato, la nuova variante Xec del coronavirus potrebbe presto diventare predominante negli Stati Uniti.

Come riportato da Everyday Health, Xec presenta mutazioni che la rendono altamente contagiosa, ma le autorità sanitarie statunitensi dubitano che ciò possa causare un aumento dei casi gravi di malattia.

Si spera che i vaccini Covid-19 aggiornati per il periodo 2024-2025 possano fornire un’ampia protezione contro la Xec. La sua pericolosità sta nel fatto che si diffonde in fretta.

Intanto, e questa è la buona notizia, l’ondata estiva di Covid-19 causata dalle cosiddette varianti FliRT, anche negli Usa, sembra essersi finalmente placata.

Xec presente in molti Paesi

Questa ultima variante del Covid-19 è già stata registrata in Danimarca, Germania, Regno Unito e Paesi Bassi. Secondo Outbreak.info, gli scienziati hanno rilevato la Xec in almeno 28 Paesi, tra i quali Australia, Cina e Corea del Sud.

Negli Stati Uniti, le malattie riconducibili alla variante Xec sono ancora troppo limitate per comparire nelle tabelle di monitoraggio condivise dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC), rappresentando meno dell’1% dei casi, ma i team di sorveglianza hanno identificato un piccolo numero di malattie in numerosi stati: Arizona, California, Colorado, Delaware, Florida, Hawaii, Illinois, Iowa, Maryland, Massachusetts, Michigan, Nebraska, Nevada, New Jersey, New York, North Carolina, Ohio, Pennsylvania, Rhode Island, South Carolina, South Dakota, Texas, Utah, Virginia e Washington.

Negli Usa potrebbe diffondersi in fretta

“La Xec non è molto diffusa negli Stati Uniti in questo momento, ma ciò probabilmente cambierà se sarà effettivamente più adatta dal punto di vista evolutivo rispetto alle attuali varianti dominanti”, afferma Amesh Adalja, MD , ricercatore senior presso il Johns Hopkins Center for Health Security e portavoce dell’Infectious Disease Society of America.

Variante altamente contagiosa

Attualmente, la variante del coronavirus KP3.1.1 (stretta parente delle altre varianti più diffuse, KP.2, KP.2.3 e KP.3) è responsabile di circa la metà delle infezioni da COVID-19 negli Stati Uniti.

La diversità di Xec sta nel fatto che è un virus “ricombinante”, in quanto incorpora caratteristiche di altre due varianti (in questo caso, KS.1.1 e KP.3.3), spiega Peter Chin-Hong, MD, professore di medicina presso l’Università della California a San Francisco, specializzato in malattie infettive.

La contagiosità di Xec deriva dal fatto che questo virus presenta una mutazione nella cosiddetta proteina spike che potrebbe migliorare la sua capacità di legarsi alle cellule umane.

Eric Topol, MD, direttore dello Scripps Research Translational Institute, ha recentemente scritto su X che la variante Xec ha “il vantaggio di crescita maggiore di qualsiasi [variante] circolante”.

I sintomi della variante Xec

I sintomi determinati dalla variante Xec sono simili a quelli delle varianti FliRT, e cioè: congestione nasale o naso che cola; mal di gola; affaticamento; mal di testa; tosse; dolori muscolari; febbre o brividi; nausea o vomito; diarrea; perdita del gusto e dell’olfatto; mancanza di respiro o difficoltà respiratorie.

Da sottolineare che secondo Chin-Hong il sintomo della mancanza di respiro sembra manifestarsi più frequentemente nelle persone anziane o immunodepresse che non hanno ricevuto un vaccino nell’ultimo anno.

I vaccini serviranno a proteggerci?

Ci si chiede, legittimamente, se i vaccini serviranno a proteggerci.

Il dott. Chin-Hong consiglia al pubblico di essere “curioso e vigile”, ma non eccessivamente preoccupato per Xec: la variante, afferma, non sembra rappresentare una minaccia per la salute maggiore rispetto ad altre varianti attualmente in circolazione.

Sebbene il vaccino Covid-19 aggiornato per il periodo 2024-2025 sia stato formulato specificamente per proteggere dalle varianti del recente passato, la Xec è strettamente correlata a tali varianti, pertanto si prevede che il vaccino sia efficace anche contro la Xec.

Per questo motivo le autorità sanitarie, e anche il dott. Chin-Hong, ribadiscono e sottolineano l’importanza della vaccinazione, soprattutto per i soggetti vulnerabili, come gli anziani o chi soffre di patologie che comportano l’immunodepressione.

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Probabilmente ci saranno altre varianti

La Xec, con alta probabilità, non sarà l’ultima variante del Covid-19.

Tuttavia, l’aumento dell’immunità della comunità, i vaccini aggiornati e i medicinali come il Paxlovid e altri antivirali rendono improbabile che assisteremo a un aumento dei casi gravi di malattie a livello pandemico con l’emergere di più varianti, osserva Adalja.

Le varianti andranno e verranno in perpetuo”, dice.

E ancora: “Ci sarà sempre una variante che salirà e una che scenderà, fondamentalmente per sempre. E i virus respiratori continueranno a evolversi per cercare di aggirare parte dell’immunità che le infezioni e le vaccinazioni precedenti hanno generato”.

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