Cosa succede al nostro cervello subito dopo la morte?
I ricercatori hanno appurato che esiste un’attività cerebrale complessa e intensa nei momenti successivi all’arresto cardiaco.
Cosa accade subito prima o dopo la morte? Una domanda affascinante e misteriosa che gli uomini si pongono da millenni. Alcune recenti e sorprendenti ricerche scientifiche potrebbero rivoluzionare la tanatologia, (dal greco “thànatos”, morte e “lògos”, cioè discorso o studio), la scienza che studia appunto la morte e le successive modificazioni del corpo. Queste ricerche hanno rivelato un’attività cerebrale inaspettata negli ultimi istanti di vita spingendo la comunità scientifica a porsi molte domande sulla natura della coscienza e sui confini tra vita e morte.
In buona sostanza i ricercatori hanno appurato che esiste un’attività cerebrale complessa e intensa nei momenti successivi all’arresto cardiaco.
Cosa ha scoperto un team di ricercatori statunitensi
Già nel 2014, un team di ricercatori guidati da Jimo Borjigin, professore di neurologia all’Università del Michigan, aveva fatto una scoperta sorprendente. Studiando il caso di una giovane donna di 24 anni in stato di morte cerebrale, denominata “Paziente Uno”, avevano osservato un’attività elettrica intensa e organizzata nel suo cervello diversi minuti dopo l’interruzione dell’ossigenazione.
Contrariamente a quanto si pensa o crede, il cervello non si “spegne” immediatamente dopo un arresto cardiaco ma, l’attività cerebrale continuerebbe con una vera e propria tempesta elettrica con comparsa di onde gamma ad alta frequenza, maggiore sincronizzazione tra le diverse regioni del cervello, attivazione di aree associate alla coscienza e alla memoria.
Nella “Paziente Uno” questa attività era proseguita per diversi minuti, raggiungendo anche livelli da 11 a 12 volte superiori a quelli osservati prima della cessazione della ventilazione assistita.
Quindi, i risultati di questo studio osservativo, mettono in discussione l’idea che il cervello smetta di funzionare immediatamente dopo la morte clinica.
La pre morte
Questa scoperta getta anche nuova luce sulle esperienze di pre morte, classificate come Nde, dall’inglese Near Death Experience. I racconti di chi per eventi traumatici o patologie si è trovato molto vicino alla morte affascinano l’opinione pubblica e dividono la comunità scientifica.
Sono racconti che presentano elementi comuni: spesso sensazione di distacco dal corpo, di trovarsi in un tunnel luminoso, di essere entrati in contatto con esseri spirituali.
L’intensa attività cerebrale osservata nella “Paziente Uno” potrebbe spiegare alcuni aspetti delle Nde: per l’appunto attività cerebrale, sincronizzazione delle onde cerebrali, attivazione delle zone di memoria, connessioni tra aree di elaborazione cosciente, visioni e sensazioni intense e fuori dall’ordinario.
Questi risultati fanno propendere gli scienziati per l’ipotesi che le Nde siano il prodotto di una complessa attività neurologica piuttosto che la prova della sopravvivenza della coscienza alla morte del corpo.
Ma sono ancora tante le domande senza risposta che alimentano il dibattito scientifico e non solo quello.
Leggi anche: Sindrome di Brugada: condizione cardiaca che può portare alla morte
Questioni etiche e filosofiche
Le scoperte di Borjigin e di altri ricercatori nel campo della tanatologia sollevano questioni etiche e filosofiche, ponendoci di fronte a tanti interrogativi. Quando esattamente possiamo considerare una persona veramente morta? Esiste una forma di coscienza residua dopo l’arresto cardiaco?
Alcuni scienziati pensano che queste scoperte possano migliorare le tecniche di rianimazione, ma sino a che punto è giusto mantenere in vita una persona? Sono questioni molto più complesse di quanto si possa pensare.
Le ricerche continuano
La tanatologia è un campo di ricerca in forte espansione. Numerosi gruppi di ricerca in tutto il mondo stanno esplorando diversi aspetti del fenomeno morte. Tra questi: analisi dei meccanismi neurobiologici della morte cerebrale; studio dei fattori che influenzano le esperienze di pre morte; sviluppo di nuove tecniche di rianimazione; esplorazione dei legami tra morte e coscienza.
Iscriviti gratis ai nostri canali per non perdere nessun nostro post!
Telegram: iscriviti qui
WhatsApp: iscriviti qui