Cosa non devi assolutamente fare dopo una botta in testa
A tutti è capitato, almeno una volta nella vita, di prendere una botta in testa. Ecco cosa non devi fare dopo l'evento traumatico.
A tutti è capitato, almeno una volta nella vita, di prendere una botta in testa.
Le cause possono essere diverse: un incidente stradale, un incidente domestico, una caduta, ecc.
Ma come bisogna comportarsi dopo una botta in testa? E cosa non fare, nei momenti successivi al colpo per tutelare la salute?
Come spiega il dott. Roberto Gindro su The Wom Healthy, le ossa del cranio sono spesse e dure e proteggono il cervello dalle minacce esterne; questo prezioso organo è inoltre circondato e protetto da specifiche membrane (meningi) contenenti il liquido cerebrospinale, che funge esso stesso da cuscinetto morbido. Nel complesso, quindi, la maggior parte degli urti e dei colpi viene attutita e non provoca danni.
Una botta in testa però, nei casi di urti molto forti, può determinare diversi danni.
Dipende dall’entità del colpo. Cerchiamo pertanto di fare chiarezza.
Come agire dopo l’impatto
Occorre innanzitutto capire bene cosa contro abbiamo battuto e con quale intensità.
E’ in ogni caso raccomandabile non ingerire cibo, bevande o medicinali e non scuotere l’infortunato se sembra sonnolento o confuso. Bisogna comportarsi con la massima cautela e non farsi prendere dal panico. In attesa dell’arrivo dei soccorsi o di una visita medica bisogna apporre del ghiaccio sulla zona colpita, perché il ghiaccio aiuta ad alleviare il dolore.
Poi è necessario valutare l’entità dei sintomi che possono manifestarsi, e che sono disparati.
E’ consigliabile verificare se l’infortunato presenta difficoltà a parlare, confusione mentale o amnesia, sonnolenza, nausea o vomito anche a distanza di alcune ore dal trauma. Occorre inoltre verificare se c’è asimmetria pupillare che può indicare la presenza di danni cerebrali.
Se il colpo è stato forte o molto forte non si deve muovere la testa dell’infortunato sino all’arrivo di personale medico qualificato.
Cosa può succedere
Se il trauma è stato particolarmente intenso, può aver determinato una commozione cerebrale, che si manifesta inizialmente con una momentanea perdita di coscienza di tipo provvisorio e reversibile.
In altri casi invece si può verificare una contusione cerebrale che interessa i tessuti del cervello, e comporta talvolta, danni permanenti.
Il trauma cranico può determinare anche la rottura di un vaso sanguigno, il paziente può perdere coscienza per breve tempo per poi riprenderla. L’infortunato potrebbe finire in coma.
I sintomi del trauma cranico che possono manifestarsi
Un trauma cranico sufficientemente grave può causare: lesioni al cuoio capelluto (tagli e ferite); fratture al cranio; commozione cerebrale; contusioni e lacerazioni al cervello; accumulo di sangue all’interno del cervello oppure tra il cervello e il cranio (ematoma intracranico); danni alle cellule nervose diffusi in tutto il cervello (danno assonale diffuso).
E’ da precisare che il cervello può subire danni anche in assenza di fratture al cranio e che la gravità delle lesioni visibili ad occhio nudo o a una prima osservazione non è necessariamente correlata alle lesioni cerebrali.
Quando occorre allertare i soccorsi medici
Tra i sintomi che non devono essere assolutamente sottovalutati, e che impongono la necessità di rivolgersi nel più breve tempo possibile ai medici troviamo: mal di testa che peggiora o che comunque non passa; vomito/nausea; convulsioni; incapacità di riprendere conoscenza; pupille dilatate in uno o in entrambi gli occhi; biascicamento (incapacità di parlare in modo chiaro); debolezza, formicolio e altre sensazioni anomale agli arti; perdita della capacità di coordinazione; confusione e/o agitazione.
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La commozione cerebrale
Un urto alla testa potrebbe anche provocare una commozione cerebrale. Si tratta di una forma leggera di trauma cranico, molto comune in ambito sportivo o domestico. I sintomi potrebbero anche non comparire subito, talvolta possono passare anche settimane e includere: mal di testa o al collo; vertigini; ronzio alle orecchie; stanchezza; senso di stordimento.
La perdita di coscienza
Una importante distinzione relativa ai traumi cranici è la seguente: senza perdita di conoscenza o “non commotivi”; con perdita di conoscenza o “commotivi”.
Ovviamente il trauma cranico “non commotivo” è meno grave, ma in presenza di altri sintomi (ematoma, perdita di memoria di quanto successo, disturbi visivi, ecc.) si raccomanda comunque di recarsi al pronto soccorso.
Altri tipi di danni
In base all’urto possono verificarsi altri tipi di danni.
La contusione cerebrale è una lesione del cervello caratterizzata da una minima fuoriuscita di sangue che va a mischiarsi con il tessuto cerebrale causando gonfiore.
La frattura del cranio comporta la rottura delle ossa della testa: a volte i bordi delle ossa possono penetrare nel cranio causando un’emorragia o danni di altro tipo.
Si ha infine un ematoma quando un versamento emorragico nel cervello ristagna fino a formare un accumulo di dimensioni sensibili. A volte gli ematomi possono restare invisibili in una prima fase, della durata variabile da un giorno a diverse settimane: per questo è importante avvisare un medico se qualcuno che ha subito un trauma lamenta mal di testa, è confuso o distratto, ha problemi di equilibrio o episodi di vomito.
Tornando al trauma cranico è da dire che nella maggior parte dei casi non causa danni permanenti.
Dopo un colpo in testa sarebbe buona norma recarsi in ospedale, dove i medici stabiliranno se il paziente dovrà rimanere in osservazione. Per escludere eventuali complicazioni, infatti, è possibile eseguire esami diagnostici come la Tac o la risonanza magnetica.
Non sempre è vero che occorre tenere sveglio chi ha appena subito un trauma cranico perché il riposo è probabilmente l’aspetto più importante per un completo ed efficace recupero; bisognerà poi stabilire con il medico quando tornare alle normali abitudini di vita.
Alcuni consigli
I consigli che in genere forniscono i medici per una totale ripresa da un trauma cranico sono: dormire di notte e riposare a lungo durante il giorno; evitare qualsiasi attività che richieda sforzi fisici o un’eccessiva concentrazione; evitare qualsiasi attività che possa esporre al rischio di nuovi traumi; valutare con il medico quando riprendere le normali attività (scolastiche o professionali); valutare con il medico quando riprendere a guidare, in quanto i riflessi potrebbero essere rallentati per qualche tempo; evitare completamente il consumo di alcolici; alimentarsi correttamente; evitare di trascorrere troppe ore davanti al computer durante il primo periodo di convalescenza.
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