Coronavirus: a che punto siamo con il vaccino? La parola agli esperti
Coronavirus e vaccino: a che punto siamo? In queste settimane di emergenza, sono tantissime le persone che si pongono domande in merito. Nelle prossime righe, abbiamo riassunto alcuni degli aspetti salienti relativi a questo interrogativo.
Il punto di vista dell’esperto
In merito alla possibilità di avere presto a disposizione un vaccino per il Coronavirus si sono espressi diversi esperti. Tra questi spicca Rino Rappuoli, direttore scientifico dell’azienda Gsk vaccini. Nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, l’esperto ha fatto presente che, nella migliore delle ipotesi, entro un anno sarà possibile avere un vaccino contro il Covid-19.
Rappuoli ha specificato che le conoscenze per farlo ci sono e che le tecnologie sono sufficientemente avanzate per procedere. Ha altresì sottolineato che, una volta ottenuta la sequenza genetica (scoperta lo scorso 7 gennaio), è possibile realizzare vaccini anche in una sola settimana.
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Un altro aspetto sul quale Rappuoli ha posto l’accento riguarda il fatto che esistono numerosi laboratori che, attualmente, ci stanno lavorando. Alcuni sono addirittura in possesso di prototipi.
Sempre nel corso della sopra ricordata intervista al Corriere, ha dichiarato che, a suo avviso, alcuni laboratori potrebbero iniziare le sperimentazioni sull’uomo già nelle prossime settimane. Ha anche dichiarato che, oggi come oggi, le uniche “armi” che abbiamo dalla nostra parte per combattere il virus sono l’isolamento e la quarantena.
Le dichiarazioni del Ministro israeliano
Da diversi giorni, si sta parlando tantissimo delle dichiarazioni rilasciate alla testata The Jerusalem Post dal Ministro della Scienza e della Tecnologia dello Stato di Israele. Ofir Kunis ha specificato che, se tutto procederà come previsto, entro 90 giorni potrebbe essere rilasciato il vaccino contro il Coronavirus.
Nel corso dell’intervista appena citata, il Ministro si è complimentato con gli esperti del Galilee Research Institute (MIGAL), dicendosi fiducioso in merito ai progressi che, a suo avviso, potrebbero presto portare a una risposta all’emergenza Coronavirus.
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