Cooperazione internazionale e lotta agli illeciti nell’era post Covid
ROMA (ITALPRESS) – Si è svolto in formato virtuale l’evento MED “Ripensare la cooperazione internazionale contro il traffico illecito post COVID-19”, organizzato da ISPI in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e PMI IMPACT, un’iniziativa di Philip Morris International, che ha visto la partecipazione di rinomati membri delle istituzioni italiane, think-tank globali e rappresentanti di importanti Paesi del Mediterraneo.
Al centro del dibattito, un’analisi delle modalità con cui la pandemia COVID-19 ha colpito e modificato le attività di commercio illecito e di contrabbando, da un lato imponendo limiti senza precedenti alle organizzazioni criminali, ma dall’altro fornendo nuove e inaspettate opportunità di espansione delle attività illecite, permettendo anche nuove infiltrazioni nell’economia legale in un momento emergenziale.
“La crisi pandemica – ha sottolineato il sottosegretario agli Affari Esteri, Benedetto Della Vedova – ci ricorda che il multilateralismo è l’unica via da seguire. Dobbiamo rafforzare la cooperazione internazionale tra forze dell’ordine e attori giudiziari. L’Italia attribuisce la massima importanza alla cooperazione internazionale nella lotta contro le sfide transnazionali, come dimostra il nostro impegno nei confronti della Convenzione di Palermo sul crimine organizzato transnazionale. Oggi, attraverso il lancio del suo Meccanismo di Revisione – fortemente promosso dall’Italia – siamo particolarmente impegnati a far in modo che la convenzione rimanga uno strumento vivente, in grado di adattarsi all’evoluzione dello scenario di sicurezza. Infine, il rispetto dello Stato di diritto, dei diritti umani e delle libertà fondamentali dovrebbe sempre guidare le nostre azioni. Si tratta – ha continuato il sottosegretario Della Vedova – di una componente centrale dei nostri sforzi per prevenire e contrastare la criminalità organizzata, anche in circostanze eccezionali come l’attuale pandemia”.
Secondo Luis Moreno Ocampo, dal 2003 al 2012 primo procuratore capo della Corte penale internazionale e membro dell’Expert Council di PMI Impact, “la pandemia di COVID 19 è solo l’ultimo esempio di un problema globale che non dispone di strumenti globali per affrontarlo. Sindaci, governatori, presidenti e la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità hanno avuto dibattiti sulle azioni da intraprendere mentre le organizzazioni private sviluppavano i vaccini. E’ ora di promuovere nuove interazioni tra il settore pubblico e il settore privato per affrontare problemi globali come quello rappresentato dalle organizzazioni criminali che gestiscono attività illecite”.
Spunti di rilievo sono emersi dalle analisi sul traffico illecito di diverse categorie di prodotti, come il tabacco, le armi e gli stupefacenti, utilizzato per finanziare altre attività illegali in Europa e nel Mediterraneo. Anche su questo fronte infatti, poichè le strutture e i canali tipici del commercio illecito hanno subito interruzioni prolungate, i gruppi della criminalità organizzata hanno reagito rapidamente per ripensare le loro attività logistiche e di distribuzione sfruttando il grande potenziale del commercio elettronico e dei mercati online, ampliando le reti dei loro clienti e partner su scala globale.
Per Diego Raiteri, Director Illicit Trade Prevention di Philip Morris International, “sulla scia delle nuove modalità operative della criminalità organizzata, si conferma l’urgenza di un approccio cooperativo che coinvolga tutte le parti istituzionali interessate e abbracci il maggior numero possibile di settori. La collaborazione tra il settore pubblico e privato è essenziale nella lotta al commercio illegale e alle reti criminali che ne traggono vantaggio. Il successo registrato negli ultimi anni in Italia nel contrasto al commercio illecito dei prodotti del tabacco comprova l’efficacia di questo approccio”.
Proprio sull’esigenza di maggior cooperazione tra le parti si è concentrata la seconda parte del dibattito, con un focus sulla cooperazione internazionale e i trattati che promuovono una regolamentazione globale e un più efficace coordinamento in materia di contrasto ai traffici illeciti.
Tra questi, esempi importanti sono la Convenzione delle Nazioni Unite contro il traffico illecito di stupefacenti e di sostanze psicotrope del 1988 e il protocollo contro la fabbricazione e il traffico illeciti di armi da fuoco, loro parti e componenti e munizioni entrato in vigore nel 2005, ma anche il Protocollo per eliminare il commercio illecito di prodotti del tabacco, entrato in vigore nel settembre 2018 a complemento della Convenzione quadro sulla lotta al tabagismo promossa dall’OMS (FCTC).
(ITALPRESS).
Al centro del dibattito, un’analisi delle modalità con cui la pandemia COVID-19 ha colpito e modificato le attività di commercio illecito e di contrabbando, da un lato imponendo limiti senza precedenti alle organizzazioni criminali, ma dall’altro fornendo nuove e inaspettate opportunità di espansione delle attività illecite, permettendo anche nuove infiltrazioni nell’economia legale in un momento emergenziale.
“La crisi pandemica – ha sottolineato il sottosegretario agli Affari Esteri, Benedetto Della Vedova – ci ricorda che il multilateralismo è l’unica via da seguire. Dobbiamo rafforzare la cooperazione internazionale tra forze dell’ordine e attori giudiziari. L’Italia attribuisce la massima importanza alla cooperazione internazionale nella lotta contro le sfide transnazionali, come dimostra il nostro impegno nei confronti della Convenzione di Palermo sul crimine organizzato transnazionale. Oggi, attraverso il lancio del suo Meccanismo di Revisione – fortemente promosso dall’Italia – siamo particolarmente impegnati a far in modo che la convenzione rimanga uno strumento vivente, in grado di adattarsi all’evoluzione dello scenario di sicurezza. Infine, il rispetto dello Stato di diritto, dei diritti umani e delle libertà fondamentali dovrebbe sempre guidare le nostre azioni. Si tratta – ha continuato il sottosegretario Della Vedova – di una componente centrale dei nostri sforzi per prevenire e contrastare la criminalità organizzata, anche in circostanze eccezionali come l’attuale pandemia”.
Secondo Luis Moreno Ocampo, dal 2003 al 2012 primo procuratore capo della Corte penale internazionale e membro dell’Expert Council di PMI Impact, “la pandemia di COVID 19 è solo l’ultimo esempio di un problema globale che non dispone di strumenti globali per affrontarlo. Sindaci, governatori, presidenti e la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità hanno avuto dibattiti sulle azioni da intraprendere mentre le organizzazioni private sviluppavano i vaccini. E’ ora di promuovere nuove interazioni tra il settore pubblico e il settore privato per affrontare problemi globali come quello rappresentato dalle organizzazioni criminali che gestiscono attività illecite”.
Spunti di rilievo sono emersi dalle analisi sul traffico illecito di diverse categorie di prodotti, come il tabacco, le armi e gli stupefacenti, utilizzato per finanziare altre attività illegali in Europa e nel Mediterraneo. Anche su questo fronte infatti, poichè le strutture e i canali tipici del commercio illecito hanno subito interruzioni prolungate, i gruppi della criminalità organizzata hanno reagito rapidamente per ripensare le loro attività logistiche e di distribuzione sfruttando il grande potenziale del commercio elettronico e dei mercati online, ampliando le reti dei loro clienti e partner su scala globale.
Per Diego Raiteri, Director Illicit Trade Prevention di Philip Morris International, “sulla scia delle nuove modalità operative della criminalità organizzata, si conferma l’urgenza di un approccio cooperativo che coinvolga tutte le parti istituzionali interessate e abbracci il maggior numero possibile di settori. La collaborazione tra il settore pubblico e privato è essenziale nella lotta al commercio illegale e alle reti criminali che ne traggono vantaggio. Il successo registrato negli ultimi anni in Italia nel contrasto al commercio illecito dei prodotti del tabacco comprova l’efficacia di questo approccio”.
Proprio sull’esigenza di maggior cooperazione tra le parti si è concentrata la seconda parte del dibattito, con un focus sulla cooperazione internazionale e i trattati che promuovono una regolamentazione globale e un più efficace coordinamento in materia di contrasto ai traffici illeciti.
Tra questi, esempi importanti sono la Convenzione delle Nazioni Unite contro il traffico illecito di stupefacenti e di sostanze psicotrope del 1988 e il protocollo contro la fabbricazione e il traffico illeciti di armi da fuoco, loro parti e componenti e munizioni entrato in vigore nel 2005, ma anche il Protocollo per eliminare il commercio illecito di prodotti del tabacco, entrato in vigore nel settembre 2018 a complemento della Convenzione quadro sulla lotta al tabagismo promossa dall’OMS (FCTC).
(ITALPRESS).