Come si scopre l’endometriosi?
Leggi ora il nostro articolo con tutte le informazioni sul percorso che si segue per scoprire l'endometriosi.
Negli ultimi anni anni, anche grazie all’attivismo di molte influencer e content creator social, si parla molto di più di endometriosi. Questa patologia, più diffusa di quanto si pensi, può rivelarsi a dir poco invalidante. Tra dolore ed effetti sulla fertilità femminile, gli esiti dell’endometriosi possono essere difficili da gestire a livello sia fisico, sia psicologico.
Uno dei problemi maggiori che riguardano la patologia è il ritardo nella diagnosi. In Italia, in media, l’endometriosi viene scoperta dopo 7 anni dall’inizio dei sintomi. Nelle prossime righe, vediamo assieme quali sono gli step che portano alla diagnosi dell’endometriosi. Come sempre, il nostro invito è quello di consultare il tuo medico curante in caso di dubbi sulle tue condizioni di salute.
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Gli step per diagnosticare l’endometriosi
Il primo step per scoprire l’endometriosi è quello della visita con il proprio ginecologo di fiducia. Quasi sempre, le donne si rivolgono al suddetto professionista a seguito di sintomi come il dolore pelvico e le mestruazioni dolorose.
Durante la visita, attraverso manovre di ispezione a livello sia vaginale, sia rettale, lo specialista accerta la presenza o l’assenza di endometrio nella zona della pelvi.
A seconda di quanto rilevato durante la visita, il ginecologo può prescrivere esami del sangue – che da soli hanno un’utilità modesta ai fini della diagnosi della malattia – e risonanza magnetica. Con tutti i dati degli esami in mano, si fissa un’ulteriore visita. Nel corso di essa, lo specialista procede, se ha informazioni sufficienti in mano, con la diagnosi di endometriosi.
A questo punto, se la diagnosi viene ufficialmente formulata, viene messo in primo piano anche lo schema di trattamento.
Esami del sangue ed ecografia transvaginale
Dopo l’excursus generale delle righe precedenti, entriamo nel vivo delle peculiarità di alcuni degli esami che vengono effettuati con lo scopo di scoprire l’endometriosi. Cosa si può dire, per esempio, in merito agli esami del sangue? Il fatto che, nel momento in cui la malattia insorge, è possibile avere a che fare con un aumento anomalo di antigeni sierici come il Ca 125. I valori anomali che li riguardano possono essere rilevati a seguito di un esame ematico.
In merito a questo tema, è importante sottolineare che la positività accerta il quadro di endometriosi, ma la negatività non lo esclude. Dati alla mano, circa il 50% delle pazienti che ricevono poi la diagnosi di endometriosi risultano negative alla rilevazione dei marcatori sierici tramite l’esame del sangue.
Come accennato nelle righe precedenti, l’iter di diagnosi dell’endometriosi comprende anche l’ecografia transvaginale. Quando si chiama in causa questo esame, si inquadra una procedura che permette di apprezzare una notevole accuratezza nella diagnosi.
Nei paragrafi precedenti abbiamo fatto presente che, in alcuni casi, gli specialisti possono fare ricorso alla risonanza magnetica. Questo esame può rivelarsi utile ai fini dell’individuazione della presenza di porzioni di endometrio a livello peritoneale. La RMN, inoltre, può rappresentare un’ottima alternativa per valutare bene le aderenze.
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