Come costruire un buon rapporto madre e figli?
Il rapporto tra madre e figlia è spesso intriso di diverse dinamiche comportamentali che possono evolversi in situazioni problematiche e conflittuali o divenire un’eccellente spinta all’autorealizzazione.
La figura di riferimento è significativa nel percorso della crescita e, nel contesto simbiotico della relazione madre-figlia, risulta oltremodo importante.
In effetti, la donna che genera una figlia femmina non tarderà ad identificarsi in lei e, quest’ultima, avrà come modello di riferimento femminile proprio la sua genitrice. Questo legame evolverà in modo positivo se entrambe riusciranno a separarsi serenamente e ad avviare un processo di individuazione conservando l’amore reciproco che verrà riversato nelle altre relazioni.
È proprio il tipo di attaccamento a definire le future esperienze della ragazza in ambito lavorativo, sociale e di coppia. Ma perché ciò avvenga, la separazione tra le due dovrà possedere componenti di maturità tese a stimolare nell’altra la crescita e l’autonomia senza che queste generino possibili “sensi di colpa”. Il senso di colpa ha un significato ampio nella letteratura psicologica ed è da intendersi come una riprovazione verso se stessi. Quando un’azione trasgredisce le regole o risulta significativa sul piano di assunzione di responsabilità, il comportamento viene considerato riprovevole tanto da far scaturire “la colpa”. Non sempre però l’individuo ha consapevolezza del motivo che la scatena.
Il ruolo di un genitore è quello di accompagnare i figli nella crescita per dar loro modo di proseguire per la propria strada anche sbagliando. Il sostegno e l’incoraggiamento hanno la prerogativa di nutrire l’autostima, l’autoconsapevolezza e l’indipendenza preservando la relazione.
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