Coaguli di sangue: quando sono benefici e quando sono pericolosi
La medicina ha fatto grandi passi avanti verso la mini invasività.
La formazione di coaguli di sangue è una situazione che non deve in alcun modo essere trascurata. Se ti stai chiedendo cosa si debba fare per curarli, in questo articolo puoi trovare la risposta. Ricorda sempre che, non essendo i nostri contenuti medici, in caso di dubbi sul tuo stato di salute o sullo stile di vita che stia conducendo devi fare riferimento solo e soltanto al tuo medico di fiducia.
Coaguli di sangue: quando sono benefici e quando rappresentano un pericolo
I coaguli di sangue sono caratterizzati da una natura ambivalente. In alcuni casi, infatti, si possono definire benefici. Tra le circostanze in questione è possibile includere le situazioni in cui, a seguito di una ferita o di una lesione a un vaso sanguigno, scatta il processo che consente, di fatto, a queste due problematiche di risolversi.
Diversa è chiaramente la situazione in cui, invece, il coagulo impedisce al sangue di scorrere come dovrebbe. Questo è il caso, per esempio, delle trombosi venose profonde, condizioni che possono rivelarsi fatali per la sopravvivenza di chi le vive in prima persona (sono frequenti quelle alle gambe)
In questi frangenti, che richiedono un intervento tempestivo da parte dello specialista, si possono adottare diversi approcci curativi. Si può optare per il ricorso a farmaci anticoagulanti, ma anche per la rimozione effettiva del sopra citato coagulo.
Nel secondo caso di concretizza quella che, dal punto di vista medico, viene definita come embolectomia. Intervento chirurgico svolto quasi sempre in urgenza, prevede il focus solo su vasi di grosso calibro. L’ostruzione, infatti, deve essere tale da impedire l’arrivo del flusso ematico a un organo, con tutto quello che ne consegue per quel concerne il rischio della sopravvivenza del paziente.
L’alternativa della rimozione endovascolare
La medicina ha fatto diversi passi avanti per quanto riguarda la rimozione dei coaguli di sangue. L’obiettivo è quello di ridurre il traumatismo chirurgico. Una strada molto utile a tal proposito è la rimozione endovascolare. Di cosa si tratta? Di un approccio che prevede il ricorso a cateteri e palloncini che, di fatto, concretizzano una rimozione meccanica dell’aggregato.
I vantaggi per il paziente, oltre alla già citata riduzione dei traumatismi, riguardano la possibilità di apprezzare un sollievo pressoché immediato dai sintomi. Quando si chiama in causa l’approccio di rimozione endovascolare dei coaguli di sangue, è bene rammentare la possibilità di utilizzarlo anche in contemporanea con la somministrazione di farmaci trombolitici.
La buona notizia è che si è riusciti ad andare oltre anche rispetto a questo quadro. Lo dimostrano innovazioni come il progetto VETEX, foraggiato con finanziamenti arrivati dall’Unione Europea. Di cosa si tratta? Di un dispositivo altamente innovativo grazie al quale è possibile procedere alla rimozione dei coaguli di sangue senza per forza somministrare farmaci al paziente. Il tutto, infatti, avviene attraverso un catetere mini invasivo inserito nella parte posteriore del ginocchio.
Il ruolo della tecnologia
Mini invasività e tecnologia: ecco le parole chiave da considerare quando si parla del contrasto ai coaguli di sangue nella loro versione pericolosa. Come sottolineato in questo studio pubblicato lo scorso febbraio sulle pagine di Nature Communications, è stato addirittura progettato un test per individuare la presenza di coaguli di sangue che implica l’utilizzo di uno smartphone che deve avere solo la fotocamera funzionante (si tratta del frutto del lavoro di un team dell’Università di Washington).