Claustrofobia: cos’è, sintomi e rimedi
Fobia tra le più diffuse, la claustrofobia – dal latino claustrum – è la paura dei luoghi chiusi o eccessivamente angusti. Se vuoi sapere come si manifesta e come si può affrontare, seguici nelle prossime righe.
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Sintomi della claustrofobia
Tra i principali sintomi della claustrofobia è possibile ricordare la paura di soffocare nelle situazioni in cui ci si trova in un luogo particolarmente angusto. La sintomatologia della fobia si acuisce nelle situazioni in cui si ha a che fare con delle palesi difficoltà nel muoversi. Ecco gli altri segnali che il corpo manda:
- Senso di vertigini
- Nausea e vomito
- Sensazione di svenimento
- Difficoltà nel respirare
L’interesse scientifico nei confronti di questa fobia è cresciuto molto negli ultimi 30 anni e per un motivo ben preciso: per la prima volta nella storia della scienza moderna, i professionisti della psicologia e della psicoterapia si sono trovati ad analizzare gli effetti di un’urbanizzazione sempre più massiccia e della necessità, per le persone che abitano le città, di gestire la quotidianità sia privata sia lavorativa in spazi spesso molto angusti.
Tornando un attimo alla sfera della sintomatologia ricordiamo che, quando una persona si rende conto di avere delle difficoltà importanti nel gestire la permanenza in luoghi chiusi e angusti, mette in atto dei comportamenti di difesa.
Il principale è l’evitamento delle situazioni sopra descritte. Questo approccio può avere un impatto non indifferente sulla vita quotidiana (tante persone, per via della claustrofobia, mettono a forte repentaglio i rapporti sociali mentre altre evitano esami potenzialmente decisivi per la loro vita, come per esempio la TAC e la risonanza magnetica).
Quando si manifesta la fobia?
La fobia dei luoghi chiusi tende a manifestarsi molto presto, generalmente attorno ai 14 anni. Dati scientifici alla mano, si tratta di un problema che coinvolge circa il 5% della popolazione mondiale. In molti casi, la claustrofobia è associata anche ad altre fobie, come per esempio quella dei viaggi in aereo.
Cause
Quando si parla di cause della claustrofobia è necessario, nella maggior dei casi, prendere in considerazione le esperienze passate (p.e. il fatto di essere rimasti chiusi in uno spazio angusto per lungo tempo).
In alcuni frangenti, invece, si può parlare di condizionamento da parte di informazioni esterne (p.e. la tv). In altri, invece, la claustrofobia può insorgere in situazioni in cui ci si sente emotivamente intrappolati e incapaci di reagire.
Trattamento
Per trattare la claustrofobia si può ricorrere alla psicoterapia. Entrando maggiormente nel dettaglio ricordiamo che si può parlare sia di psicoterapia cognitivo comportamentale, con il terapeuta che guida il paziente alla consapevolezza della mancanza di impatto degli stimoli fobici sulla sua quotidianità, sia di terapia espositiva, situazione in cui il soggetto viene messo a contatto con il fattore che scatena il suo malessere, al fine di arrivare a una desensibilizzazione.
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