Con il chirurgo donna si sopravvive di più a un intervento. Lo dice uno studio
La percentuale di chirurghi femminili è cresciuta costantemente negli ultimi 50 anni in gran parte del mondo sviluppato.
Questo non è solo importante per l’uguaglianza fra i sessi ma anche perché, in caso di chirurgo donna, si hanno meno probabilità di morire entro un mese dall’intervento.
Lo sostiene uno studio su larga scala, secondo cui i pazienti operati da un chirurgo femminile hanno una probabilità di morire durante i successivi 30 giorni dell’intervento del 12% in meno rispetto ai colleghi maschi.
I ricercatori dell’Università di Toronto hanno esaminato 104.630 pazienti che sono stati sottoposti a interventi chirurgici tra il 2007 e il 2015.
I pazienti sono stati abbinati per eliminare variabili come altre patologie, età, sesso e reddito.
I chirurghi sono stati anche abbinati in termini di età e di esperienza, così come il numero di interventi chirurgici e l’ospedale in cui lavorano.
Il Dr. Raj Satkunasivam, che ha condotto lo studio, ha affermato che la differenza potrebbe essere dovuta al modo con cui le donne si approcciano alla medicina.
“Le donne e gli uomini praticano la medicina in modo diverso, anche se non esiste alcuna ricerca sulle differenze tra gli stili di apprendimento, l’acquisizione di competenze o gli esiti per i chirurghi femminili e maschili“, hanno affermato gli autori.
“Non conosciamo – hanno aggiunto i ricercatori – il meccanismo che genera risultati migliori per i pazienti trattati da chirurghi femminili. Ciò, però, potrebbe essere collegato a cure più congrue con le linee guida e a una maggiore comunicazione con il paziente”.
La ricerca è stata pubblicata sul British Medical Journal.