Chi rischia di più di soffrire del ‘Covid lungo’? La scoperta di uno studio
Si parla di COVID lungo quando sono necessari alcuni mesi per riprendersi dal nuovo coronavirus e la situazione si verifica così spesso da giustificare alcuni studi su di essa, compreso uno che sostiene di avere identificato i fattori di rischio.
I ricercatori del King’s College di Londra del Regno Unito hanno analizzato i sintomi di 4.182 pazienti con il coronavirus che avevano registrato la loro malattia utilizzando l’APP COVID Symptom Study.
Hanno notato, quindi, che in 558 pazienti i sintomi sono durati più di 28 giorni, 189 ne hanno sofferto per oltre 8 settimane e 95 più di 12 settimane.
I ricercatori hanno scoperto che tra i pazienti con il COVID lungo, i sintomi erano più comunemente elencati come affaticamento, mal di testa, dispnea e anosmia, ed erano più probabili che si presentassero nei pazienti più anziani, in quelli con un IMC (indice di massa corporea) più elevato e nei pazienti di sesso femminile.
Anche l’esperienza di più di cinque sintomi durante la prima settimana di diagnosi è stata collegata al COVID lungo. I pazienti con il COVID lungo avevano anche maggiori probabilità di segnalare sintomi cardiaci e difficoltà di concentrazione, secondo un articolo che accompagna lo studio. Avevano anche il doppio delle probabilità di segnalare la ricomparsa dei sintomi dopo la guarigione.
Sebbene lo studio non sia ancora stato sottoposto a revisione, i ricercatori hanno affermato di essere stati in grado di utilizzare le informazioni per sviluppare un modello in grado di prevedere chi potrebbe continuare a sviluppare il COVID lungo dopo un test positivo.
Gli studiosi ritengono che aiuterà a sviluppare una strategia di intervento precoce tra questa popolazione di pazienti.
«Il COVID-19 è una malattia lieve per molti ma per uno su 50 i sintomi possono persistere per più di 12 settimane», ha affermato Tim Spector, capo dello studio sui sintomi e professore di epidemiologia genetica del King’s College di Londra.
«Quindi è importante che, oltre a preoccuparci delle morti in eccesso, dobbiamo anche considerare coloro che saranno affetti dal COVID lungo se non terremo presto sotto controllo la pandemia. Mentre aspettiamo un vaccino, è fondamentale che lavoriamo tutti insieme per arginare la diffusione del coronavirus attraverso cambiamenti nello stile di vita e un autoisolamento più rigoroso con sintomi o test positivi».