Cancro al cervello, c’è un nuovo trattamento
Novità importanti per il trattamento del glioblastoma, una forma particolarmente aggressiva di tumore al cervello (si tratta della più diffusa tra la popolazione adulta). Nonostante la chemioterapia e la radioterapia possano essere utilizzate per rallentare la progressione, queste misure hanno solo un valore palliativo.
Giusto per dare qualche numero, ricordiamo che la maggior parte dei pazienti ha un‘aspettativa di vita di un anno. Solo il 3% riesce a raggiungere i 5 anni. Ogni anno, oltre 200mila persone al mondo muoiono per via di questa patologia.
Il ruolo dei linfociti T
Quando si parla dei linfociti T, è necessario ricordare che svolgono un ruolo molto importante nella risposta immunitaria. Presenti nel sangue, sono in grado di colpire e neutralizzare le cellule che vengono attaccate da un virus o quelle tumorali.
Le cellule appena citate, presentano antigeni mutati differenti rispetto a quelli prodotti naturalmente. Il meccanismo di protezione è molto complesso e coinvolge anche una cellula nota come CPA, che mette in qualche modo in guardia i linfociti in merito alla presenza di questi ‘intrusi’.
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Il trattamento e la nuova speranza
Il trattamento sviluppato da un team della McMaster University in collaborazione con un’equipe dell’Università di Toronto coinvolge innanzitutto la proteina CD133, che si trova sulle cellule del glioblastoma.
Testato sui topi, ha messo in primo piano risultati promettenti per quanto riguarda la riduzione dell’aggressività del tumore e l’aumento dell’aspettativa di vita. In virtù di questi successi, è nata una vera e propria start up, la Empirica Therapeutics, che si propone di arrivare alla realizzazione dei primi test clinici per questo trattamento nel 2022.
Le sue peculiarità sono state descritte dal Dottor Jason Moffat, uno dei membri del board scientifico dell’azienda, che ha parlato di un approccio mirato alle cellule del glioblastoma, messo in atto utilizzando la terapia CAR-T.
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