Caffè e pressione alta: la scoperta di uno studio
Scopri ora i risultati del nuovo studio giapponese sul consumo di caffè in caso di pressione alta.
Quanti caffè si possono bere se si soffre di pressione alta? Questa domanda, comprensibilmente, è molto diffusa. La condizione di ipertensione arteriosa è infatti comune e potenzialmente fatale per il sistema cardiovascolare.
Se ami la bevanda simbolo della tradizione italiana, questo articolo è per te. Ricorda sempre che, dal momento che i nostri sono contenuti di natura divulgativa, la prima cosa da fare davanti a dubbi sulle tue condizioni di salute è prendere contatto con il medico curante.
Pressione arteriosa alta e dosaggi quotidiani di caffè: cosa dice la scienza?
Rispondere alla domanda “Quanti caffè bisognerebbe bere se si ha la pressione alta?” vuol dire, per forza di cose, chiamare in causa un recente studio giapponese i cui dettagli sono stati pubblicati sulle pagine del Journal of the American Heart Association.
Cosa è emerso da questa ricerca scientifica (che ha coinvolto 6.570 uomini e oltre 12.000 donne di età compresa tra i 40 e i 79 anni al basale)? Che il caffè, una bevanda che, come è noto, si contraddistingue per importanti benefici per la salute, dovrebbe essere assunta in quantità limitata se si soffre di ipertensione.
Nello specifico, bere due o più tazze di caffè al giorno può raddoppiare il rischio di morte per eventi avversi cardiovascolari nei soggetti affetti da ipertensione arteriosa.
Questo rischio non sussiste, invece, quando si ha a che fare con un quadro clinico all’insegna della pressione arteriosa alta, ma di livello non grave.
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Il caso del tè verde
Gli studiosi si sono concentrati anche sugli effetti di un’altra bevanda molto amata, ossia il tè verde. I risultati del loro lavoro hanno portato alla luce il fatto che, nei soggetti con pressione arteriosa alta, la sua assunzione non aumenta il rischio di morte per eventi cardiovascolari. Lo stesso si può dire per il consumo di una singola tazzina di caffè al giorno.
Le dimensioni della tazzina
Quando si parla dello studio sopra menzionato, è doverosa una precisazione. Gli esperti che l’hanno condotto hanno infatti lavorato tenendo conto delle dimensioni delle tazze di caffè che si consumano negli USA. Ciò vuol dire che, se si guarda al contesto italiano, è possibile parlare di un dosaggio maggiore rispetto a quello espresso nello studio. Il motivo è legato al fatto che, come ben si sa, il caffè che si consuma ai banconi dei nostri bar è ristretto.
Rammentiamo ancora una volta che, per non sbagliare e non danneggiare la propria salute, è il caso di consultarsi con il proprio medico di fiducia.
Il punto di vista degli esperti
Gli esperti che hanno condotto questo studio, nel commentarlo, hanno dichiarato di essersi mossi con lo scopo di scoprire se gli effetti protettivi del caffè si applicano a pazienti con differenti gradi di ipertensione. Il lavoro scientifico sopra menzionato è il primo ad avere individuato un’associazione tra il consumo di due o più tazzine di caffè quotidiane e l’aumento del rischio di mortalità per cause avverse di natura cardiovascolare.
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