Bere il caffè in gravidanza fa male alla salute della mamma e del bambino?
Diffuse sono le raccomandazioni sulla sicurezza dell’assunzione della caffeina in gravidanza suggeriti dall‘International Life Sciences Institute (ILSI).
È un nuovo studio pubblicato sulla rivista BMJ Evidence Based Medicine a smentire: “Non esiste un livello sicuro di caffeina che può essere consumato durante la gestazione”.
Caffè, 2 tazze al giorno? Un nuovo studio chiarisce
Lo studioso Jack James Reykjavick, autore del nuovo studio, ha condotto una revisione di 37 studi osservazionali e di 17-meta-analisi precedenti per trovare il legame tra la caffeina e gli esiti negativi in gravidanza.
I risultati non sembrano essere incoraggianti: 42 i diversi risultati, 32 a supporto dell’ipotesi e 14 delle 17 meta-analisi hanno confermato che il consumo in gravidanza di caffè è associato ai tassi più alti di aborto spontaneo, natimortalità, basso peso alla nascita e leucemia acuta infantile.
Secondo il ricercatore J. J. Reykjavick le future mamme sono state fuorviate per decenni sui pericoli della caffeina durante la gestazione.
Infatti, questo studio non ha determinato i livelli minimi di caffè da prendere durante lo stato di gravidanza. Cosa vuol dire? L’assunzione di anche minime quantità di caffeina non è priva di rischi.
Tra i rischi per il feto e assorbimento
Come confermato, possono essere diverse le conseguenze per il nuovo nascituro, chiarite di seguito:
- Aborto spontaneo (morte precoce del feto prima della 12a settimana di gestazione).
- Mortalità alla nascita.
- Basso peso alla nascita (inferiore a 2.500 grammi).
- Leucemia acuta infantile (alterazione delle cellule midollari).
Perché il caffè risulta essere dannoso per il feto?
Un accenno al processo fisiologico di assorbimento placentare può spiegarne i motivi.
La placenta è un organo transitorio, espulsa durante il parto, che permette il nutrimento e l’attraversamento di tutti gli elementi necessari alla crescita e lo sviluppo del feto durante il periodo di gestazione, oppure ostacolarne il transito.
La caffeina attraversa la placenta senza essere poi metabolizzata dal feto in quanto non sono presenti gli enzimi (proteine che favoriscono i processi biologici) necessari a questa; stessa ipotesi confermata da uno studio precedente – condotto dai ricercatori della Iowa State University (USA) – in cui è stata realizzata una “placenta su chip” artificiale e naturale.
In Italia è stato registrato un abituale consumo di caffè, a prescindere dal tipo scelto.
Nonostante il caffè sia un attivatore del nostro sistema nervoso centrale, i benefici sulla sua riduzione o eliminazione sono riconosciuti, tra cui: una migliore qualità del sonno e dello stato psico-fisico (più tranquillità, meno palpitazioni, nausee o mal di testa ricorrenti).
Far conoscere i risultati del nuovo studio potrebbe salvare molte vite e rendere consapevoli le future mamme sui rischi del consumo di caffè.
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