Belonefobia: cos’è, quali sono le cause e come si cura
- La belonefobia è è la paura patologica nei confronti di aghi, spilli e qualunque oggetto tagliente o acuminato.
- Per risalire alle cause gli esperti hanno fatto molte ipotesi. Forse hai vissuto un’esperienza traumatica?
- La belonefobia può essere affrontata anche in poche settimane con l’aiuto di un esperto.
Il solo pensiero di aghi, spilli, siringhe ti crea una paura incontrollabile, se oggi sei disposta a superarla, inizia con la lettura di questo articolo.
Belonefobia: la paura degli aghi
Quando arriva il giorno del prelievo ematico può capitare un po’ a tutti di avere paura di sentire quel pizzico sul braccio, c’è chi chiude gli occhi, chi stringe i denti o chi stringe la mano del proprio amico. Nulla di ‘anormale’, è un momento che si attraversa e passa. Una paura controllabile.
C’è però una condizione patologica detta belonefobia, in cui la paura verso gli aghi o spilli oppure oggetti taglienti causa forte ansia, disagio o avversione ed è sufficiente il solo pensiero a scatenare la fobia.
Quel senso di paura è dato dal timore che si verifichino ferite o perdite ematiche (emofobia).
Quello che stai vivendo è uno stato angosciante che puoi superare con l’aiuto di un esperto in psicoterapia; d’altro canto, la belonefobia è un disturbo psichiatrico pienamente riconosciuto nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM), redatto dall’American Psychiatric Association.
La belonefobia può compromettere anche la tua salute perché t’impedisce di sottoporti a cure mediche, a dei controlli routinari, alle visite odontoiatriche, etc.
Inoltre, è una condizione che può sfociare in attacco di panico (un evento caratterizzato da un’ansia molto intensa, tachicardia, fiato corto e paura di morire o di impazzire), capogiri, nausea, brividi, sudore, palpitazioni, tremori, pianto, confusione.
Quali sono le cause di questa fobia?
Si parla di teorie associative, forse l’origine della belonefobia è data da un’esperienza traumatica vissuta in prima persona oppure ascoltata.
Forse dovevi sottoporti ad un vaccino e i tuoi gesti esasperati di rifiuto non sono stati accolti?
Ovviamente quello riportato è un esempio, però se inizi a ripercorrere il tuo passato riuscirai a focalizzare l’inizio di questa paura intensa che ti stringe la gola.
Gli esperti parlano anche di teoria evolutiva spiegando come la belonefobia possa avere una base biologica ereditaria. Le ipotesi non finiscono qua, sono tante.
Quello che a noi interessa è darti dei consigli per affrontare il problema invece di parlare di ipotesi.
Con questo non intendiamo sostituirci ad un esperto ma darti degli spunti di pensiero che possano farti comprendere che esiste una via d’uscita e che il tunnel non è poi così lungo.
Ci sono vari approcci che potrebbero aiutarti, sarai tu a scegliere quello che fa al caso tuo:
- Psicoterapia Cognitivo Comportamentale, si lavorerà sui significati che si attribuiscono agli aghi o gli altri oggetti appuntiti, fino ad arrivare ad una desensibilizzazione. A questo tipo di psicoterapia si potrebbero associare tecniche di rilassamento (esercizi di respirazione, yoga).
- Terapia di esposizione e desensibilizzazione, in questo caso nel setting terapeutico ti saranno mostrati i tuoi ‘mostri’, gli stimoli che procurano le tue fobie fino a raggiungere una desensibilizzazione. Ovviamente, il processo è graduale, controllato e personalizzato secondo i tuoi tempi.