Atelettasia, cos’è? Definizione, sintomi e trattamento
L’atelettasia è una malattia polmonare in cui il collasso dei polmoni causa difficoltà respiratorie. Scopriamo nel dettaglio cos’è in questo articolo.
Cos’è l’atelettasia?
Durante l’inspirazione, l’aria attraversa la trachea e raggiunge le piccole vie aeree. Può accadere che i bronchioli e gli alveoli si ostruiscano e blocchino i liquidi e ciò comporta il collasso parziale o totale di un polmone. A questo fenomeno ci si riferisce con il termine atelettasia.
Chi ne soffre manifesta dispnea, ovvero difficoltà nella respirazione, che causa un’interruzione dello scambio dei gas nel sangue. Questa patologia si associa così all’ipossiemia, che consiste in una riduzione della quantità di ossigeno nei vasi sanguigni, la cui entità dipende dalla grandezza della porzione compromessa del polmone.
La gravità di questa malattia è strettamente legata alla comorbidità con altre patologie respiratorie. Le parti non interessate dall’atelettasia, infatti, possono riuscire a fornire la ventilazione sufficiente in quei pazienti che non presentano ulteriori compromissioni alle vie polmonari. D’altro canto, questa condizione può essere fatale per i neonati e per i bambini piccoli, sebbene accada molto raramente.
Nella stragrande maggioranza dei casi, una volta identificata e trattata la causa, il tessuto polmonare torna a uno stato normale.
Quali sono i sintomi?
Di per sé, l’atelettasia non causa sintomi evidenti, tranne episodi sporadici di respiro corto. Ciò accade perché inizialmente interessa soltanto una parte dell’apparato respiratorio e quindi le manifestazioni sono praticamente impercettibili.
Maggiore è il numero di alveoli interessati, maggiori sono i segni clinici manifestati, tra i quali:
- tosse
- grave disagio respiratorio;
- aumento della frequenza respiratoria
- febbre bassa
- cianosi (la pelle diventa bluastra a causa dei bassi livelli di ossigeno nel sangue)
- dolore toracico su un lato (corrispondente alla parte del polmone compromessa).
Una volta individuati i sintomi significativi, la diagnosi sarà confermata con una radiografia del torace. Potrebbe essere necessaria la TAC o la broncoscopia per identificare la causa dell’atelettasia.
Le cause
Molto spesso, l’atelettasia polmonare è causata da un’ostruzione interna in uno dei bronchi principali che ha origine dalla trachea e porta al tessuto polmonare. Tale ostruzione è la conseguenza di un corpo estraneo inalato, un tumore o persino un tappo causato da muco.
L’atelettasia può anche derivare dalla compressione esterna di un bronco a causa di:
- un tumore maligno
- linfoadenopatia (ingrossamento di un linfonodo)
- versamento pleurico (accumulo anomalo di liquido nella cavità pleurica, lo spazio tra il polmone e il torace)
- pneumotorace (accumulo di aria nella cavità pleurica).
Inoltre, l’atelettasia può essere causata da un intervento chirurgico che ha richiesto l’intubazione. Infine, qualsiasi condizione o procedura che riduca la respirazione profonda o sopprima la capacità del paziente di tossire può innescare o promuovere l’atelettasia polmonare (asma, infiammazione, malattie della parete bronchiale, fibrosi cistica, complicazioni durante l’anestesia generale, assunzione significativa di oppioidi o di sedativi, dolore toracico o addominale).
Di conseguenza, le persone obese, che sono più spesso colpite da questi problemi di salute rispetto alla media, corrono un rischio maggiore di sviluppare atelettasia. Questa patologia può tuttavia comparire anche in individui sani.
Trattamento e cura
Per curare l’atelettasia, bisogna intervenire sulla causa scatenante. Tra i diversi trattamenti possibili, ricordiamo:
- in caso di corpo estraneo nei bronchi: fisioterapia respiratoria o fibroscopia bronchiale
- in caso di tumore: chemioterapia e/o radioterapia
- se si sospetta un’infezione batterica: antibiotici
- in rari casi: intubazione endotracheale e ventilazione meccanica.
Per quanto riguarda la sua evoluzione, una volta trattata l’atelettasia, gli alveoli e la parte collassata del polmone si rigonfiano gradualmente per riprendere il loro aspetto iniziale. Potrebbe accadere però che, nel caso in cui il trattamento sia stato tardivo, alcune aree rimangano irreversibilmente danneggiate.
LEGGI ANCHE: Polmonite da micoplasma, cosa c’è da sapere