Atassia cerebellare, cos’è? Quali sono i sintomi, le cause e la cura?

L’atassia costituisce un’insieme di disturbi neurologici che colpiscono la coordinazione, l’equilibrio e il linguaggio. Oggi ci occuperemo dell’atassia cerebellare considerando – come zona colpita – il cervelletto quale centro della coordinazione dei movimenti muscolari.

Atassia cerebellare: cos’è, sintomi, cause, cura

Le atassie cerebellari rappresentano un’insieme eterogeneo di malattie che sono trasmesse geneticamente e hanno un’età d’insorgenza che varia in base al tipo di atassia cerebellare: autosomico-dominante oppure autosomico-recessiva o X-linked. L’incidenza nella popolazione è maggiore nell’atassia cerebellare a trasmissione autosomica recessiva (7 casi ogni 100.000).

Abbiamo detto che il cervelletto è l’organo colpito da questa malattia, di conseguenza, ad essere compromessi saranno la deambulazione e la coordinazione dei movimenti articolari. Questi sono i sintomi d’esordio ma l’atassia ha un’evoluzione clinica negativa che procura danni a livello oculare, ipoplasia del cervelletto (sviluppo ridotto dell’organo), iporeflessia (diminuzione dei riflessi), asma, enfisema, spasticità muscolare, diabete e deficit del linguaggio e disturbi del comportamento [Fonte: atassia.it].

Tuttavia, non esistono sintomi da manuale per ciascun paziente, ognuno può presentarne diversi tra quelli elencati ma non tutti.

Le cause sono molteplici e sono da riscontrare sia nella genetica che da danni, degenerazione o perdita di cellule nervose nel cervelletto (atassia cerebellare acquisita) causati da:

  • traumi alla testa;
  • mancanza di ossigeno al cervello;
  • malattie autoimmuni;
  • infezioni virali, in tal caso inizia con l’insorgere dell’infezione ma poi i disturbi (sintomi) persistono anche per settimane. Nella grande maggioranza dei casi, però, sono reversibili;
  • sindrome paraneoplastica, conseguenza della risposta del sistema di difesa dell’organismo (sistema immunitario) alle cellule tumorali. Solitamente compare prima che il tumore sia stato scoperto;
  • presenza di tumori al cervello;
  • effetti indesiderati (effetti collaterali) di alcuni farmaci (barbiturici, chemioterapici);
  • abuso di alcool o di droghe;
  • mancanza delle vitamine B12, E o B1 (tiamina).

Per una corretta diagnosi bisogna rivolgersi ad un neurologo che effettuerà un test neurologico e prescriverà una risonanza magnetica cerebrale e degli esami del sangue per confermare la forma ereditaria.

Purtroppo, non esiste ancora una cura specifica, tuttavia è possibile approcciarsi a terapie palliative: la fisioterapia riabilitativa (inclusa logopedia e terapia occupazionale) viene utilizzata con lo scopo di contrastare i disturbi (sintomi) principali migliorando le capacità di movimento e, in generale, la qualità di vita e la capacità della persona di mantenere la propria autonomia. [Fonte: issalute.it].

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