Anoressia nervosa in aumento tra bambini e adolescenti, nuove speranze da uno studio italiano
L'anoressia nervosa è una condizione seria che può rivelarsi devastante e che va trattata con il giusto supporto e comprensione. Solo con l'informazione, la sensibilizzazione e l'intervento tempestivo è possibile fare la differenza nella vita di chi ne soffre.
Il 15 marzo è stata celebrata la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, dedicata ai disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, che riguardano sempre più i giovanissimi e i bambini.
I dati diffusi dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma accendono i riflettori su una realtà allarmante ma una speranza è adesso rappresentata da un nuovo studio.

La Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla e perché nasce
La Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla è stata istituita per sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo a queste patologie, che colpiscono milioni di persone in tutto il mondo, e di promuovere la consapevolezza e il supporto per chi ne soffre.
Cosa sono i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione
I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione sono condizioni psicologiche complesse caratterizzate da un comportamento alimentare patologico e da preoccupazioni eccessive riguardo al peso corporeo e alla forma fisica. I disturbi più comuni in questa categoria includono l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata.
Queste condizioni, pur avendo manifestazioni comuni legate all’alimentazione, sono spesso il risultato di fattori psicologici profondi, come l’auto-percezione distorta e un senso di inadeguatezza che si riflette nel comportamento alimentare.
L’anoressia nervosa
L’anoressia nervosa è uno dei disturbi alimentari più gravi e debilitanti. Si manifesta con un rifiuto costante di alimentarsi e una paura irrazionale di aumentare di peso, anche quando la persona è gravemente sottopeso. Le persone che soffrono di anoressia nervosa sono ossessionate dal controllo del peso e dalla forma del corpo, portando a un comportamento che include diete estreme, esercizio fisico eccessivo, e l’uso di metodi dannosi per perdere peso, come l’uso di lassativi o il vomito autoindotto.
Come si legge in un comunicato stampa dell‘Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, si tratta di una delle più gravi patologie psichiatriche con un’incidenza crescente tra bambini e adolescenti, ad esordio sempre più precoce e con un alto indice di mortalità.
Un problema in aumento
In Italia, oltre 3,5 milioni di persone soffrono di disturbi dell’alimentazione, di cui il 70% sono minori. Più di 300.000 bambini presentano sintomi correlati, con un’età media di insorgenza intorno ai 12 anni e un preoccupante aumento dei casi tra gli 8 e gli 11 anni.
Un’indagine del 2022 ha evidenziato che il 22% dei bambini e adolescenti manifesta disturbi alimentari, con una prevalenza maggiore tra le ragazze. Riguardo all’attività del Bambino Gesù, dal 2019 ad oggi il Centro per l’Anoressia e Disturbi Alimentari ha registrato un aumento di oltre il 60% delle diagnosi per disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA). Più nel dettaglio, nel 2024 sono stati seguiti oltre 120 nuovi casi di giovani e giovanissimi affetti da anoressia nervosa.
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Lo studio del Bambino Gesù
Uno studio – appena concluso – condotto da clinici e ricercatori dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, apre nuove prospettive terapeutiche grazie all’uso della Stimolazione Transcranica a Corrente Diretta (tDCS), una tecnica di stimolazione cerebrale non invasiva che ha dimostrato un impatto positivo sulla regolazione del comportamento alimentare. I risultati sull’efficacia della terapia, di prossima pubblicazione, sono stati anticipati nel corso di un convegno scientifico dedicato ai disturbi della nutrizione che si è tenuto lo scorso mese di febbraio nella sede di San Paolo del Bambino Gesù.
Il progetto di ricerca del Bambino Gesù ha coinvolto 64 pazienti dell’Ospedale con diagnosi di anoressia nervosa, di età compresa tra i 10 e i 18 anni, per la maggior parte di genere femminile (62 su 64). La ricerca, avviata nel 2020 e conclusa nel mese di febbraio 2025, è stata condotta nell’ambito di un trial clinico randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo.
I partecipanti sono stati divisi in due gruppi: uno trattato con placebo, l’altro con la tDCS, tecnica di stimolazione cerebrale non invasiva che agisce sulla corteccia prefrontale, area chiave nel controllo del comportamento. La terapia, che consiste nell’applicazione di elettrodi che emettono una corrente continua di bassa intensità non percepibile dal soggetto stimolato, è stata somministrata per 6 settimane con 3 sedute settimanali della durata di 20 minuti.
I risultati dello studio
Lo studio del Bambino Gesù ha evidenziato l’impatto positivo della terapia sulla regolazione del comportamento alimentare. I dati emersi indicano, infatti, che i partecipanti sottoposti alla stimolazione reale hanno mostrato un miglioramento significativo della sintomatologia dell’anoressia, con effetti stabili e progressivi fino a 6 mesi dopo la conclusione del trattamento.
Al contrario, nel gruppo placebo, i miglioramenti osservati tendevano a ridursi nel tempo.
In particolare, dal termine del trattamento fino a 6 mesi dopo, nel gruppo stimolato con tDCS si è osservato un miglioramento con la normalizzazione di molti sintomi psicopatologici associati al rischio di disturbo alimentare (insoddisfazione per il corpo, comportamenti compensatori inappropriati, desiderio di magrezza), così come senso di inadeguatezza, problemi interpersonali e affettivi o difficoltà psicologiche generali.
“Questi risultati suggeriscono che la stimolazione cerebrale non invasiva, affiancata alle terapie standard come il supporto psichiatrico, nutrizionale e psicologico, è in grado di potenziare l’efficacia dell’iter di cura” sottolinea Floriana Costanzo, psicologa del Bambino Gesù e responsabile del progetto di ricerca.
E ancora: “La validità della tDCS, quindi, apre scenari innovativi nella lotta contro l’anoressia nervosa in età evolutiva. Grazie alla sua semplicità, sicurezza e basso costo, questa tecnologia potrebbe diventare un’opzione facilmente accessibile per migliorare le terapie esistenti e per favorire un recupero più stabile e duraturo”.
I disturbi alimentari sono patologie complesse
Le famiglie, gli amici, e la comunità in generale devono imparare a riconoscere i segnali di allarme e offrire supporto a chi soffre. I disturbi alimentari, soprattutto dei bambini o degli adolescenti, non sono semplici “capricci” o scelte volontarie: sono malattie complesse che richiedono un intervento medico e psicologico adeguato.
L’anoressia nervosa, in particolare, è una condizione seria che può rivelarsi devastante e che va trattata con il giusto supporto e comprensione. Solo con l’informazione, la sensibilizzazione e l’intervento tempestivo è possibile fare la differenza nella vita di chi ne soffre.
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