Anemia mediterranea: cos’è e la dieta da seguire
La dieta per chi ha questa malattia genetica deve prevenire i sovraccarichi di ferro.
Che dieta è meglio seguire in caso di anemia mediterranea? Sono tantissime le persone che si pongono questo interrogativo. Se anche tu vuoi sapere qualcosa di più sul tema, non devi fare altro che proseguire nella lettura dell’articolo.
Dal momento che il nostro non è un portale medico ti invitiamo, nel caso in cui dovessi avere dei dubbi in merito alle tue condizioni di salute, a contattare tempestivamente uno specialista.
Cos’è l’anemia mediterranea?
Prima di entrare nel vivo dei consigli da seguire quando ci si chiede cosa mangiare in caso di anemia mediterranea, vediamo velocemente di cosa si parla quando si chiama in causa la condizione. L’anemia mediterranea, nota anche come beta-talassemia, è una malattia del sangue di natura genetica. Il suo effetto principale è la distruzione dei globuli rossi.
Alla base di tutto c’è una mutazione che inibisce la corretta sintesi dell’emoglobina da parte dell’organismo. Diffusa, come è chiaro dal nome, soprattutto nel bacino del Mediterraneo, questa condizione richiede un’attenzione particolare alla dieta.
Dieta da seguire in caso di beta-talassemia: i consigli più utili
Cosa dovrebbe mangiare un paziente affetto da anemia mediterranea? Premettendo il fatto che, come in tutti i casi in cui si parla di dieta, è sempre fondamentale un piano personalizzato, rammentiamo l’esistenza di alcuni consigli generali che è bene conoscere.
Essenziale è soprattutto fare attenzione all’apporto di ferro. Per capire come mai questo nutriente è particolarmente importante per chi soffre di anemia mediterranea rammentiamo il suo ruolo chiave per quanto riguarda la sintesi dell’emoglobina.
Come già accennato, nei soggetti con diagnosi di anemia mediterranea, si ha a che fare con un deficit nella produzione di emoglobina, motivo per cui si può avere a che fare con accumuli di ferro nell’organismo.
Ciò vuol dire, in concreto, evitare gli alimenti che contengono quantità medie e alte di questo minerale. In questo novero troviamo la carne rossa, il tuorlo d’uovo, le lenticchie, i fagioli borlotti.
In questo più che in altri casi, è possibile apprezzare l’importanza che può avere una gestione mirata delle combinazioni alimentari. Nello specifico, l’obiettivo che ci si pone quando si mette a punto una dieta per chi soffre di anemia mediterranea è lo sfruttamento delle capacità chelanti di alcuni cibi. Questi ultimi sono in grado di incamerare il ferro, impedendo, di fatto, il suo assorbimento da parte dell’organismo.
Nell’elenco in questione è possibile includere gli alimenti ricchi di fibre che, se possibile, dovrebbero essere abbinati alla proteina nel secondo. Altri alimenti caratterizzati da importanti proprietà chelanti sono il tè e il caffè. In questo frangente, il consumo dovrebbe essere gestito prendendo in considerazione anche altri aspetti della salute oltre all’anemia mediterranea (p.e. gli eventuali problemi di cuore o il fatto di soffrire di ansia e/o insonnia). Se possibile, è il caso di consumarli a fine pasto.
Un consiglio per chi ama bere bene? Focalizzarsi sul vino rosso. I tannini che contiene, infatti, sono noti per le loro straordinarie proprietà chelanti.
Concludiamo facendo presente che, quando si cucina per una persona con anemia mediterranea, è fondamentale evitare pentole e suppellettili in ghisa o in acciaio. Da escludere sono anche la carne cruda e il pesce crudo.