Alzheimer, scoperto modo per rallentare il progredire della malattia
Sebbene non sia stato ancora scoperto nulla che possa ridurre gli effettu, la ricerca sul morbo di Alzheimer ha fatto ugualmente progressi significativi. Ne è prova quanto scoperto dai ricercatori dell’Istituto di Meccanica dei Fluidi di Tolosa, Francia, in collaborazione con i ricercatori della Cornell University, Stati Uniti.
I francesi e gli americani, infatti, si sono interessati al legame tra il flusso sanguigno cerebrale e lo sviluppo della malattia. Finora, i ricercatori hanno pensato che una vascolarizzazione scarsa dei vasi cerebrali fosse una delle conseguenze della malattia.
Tuttavia, studi condotti su cinque anni sul cervello dei topi hanno stabilito un collegamento inverso: uno dei fattori scatenanti della malattia è il flusso scarso dei vasi sanguigni. Quindi, non una conseguenza ma una causa.
Nel dettaglio, questo flusso sanguigno sarebbe rallentato dai globuli bianchi, chiamati neutrofili, che aderiscono alle pareti dei vasi del cervello, bloccando l’afflusso di sangue. Ci sarebbe, quindi, un’origine vascolare della malattia, qualcosa che era stato tuttavia respinto dai ricercatori.
Perciò, gli scienziati hanno somministrato un anticorpo contro questi globuli bianchi, rendendo possibile lo sblocco di numerosi piccoli vasi sanguigni presenti nel cervello. Con l’aumentare del flusso sanguigno, sono stati notati miglioramenti rapidi in esercizi di memoria. Tuttavia, lo studio non trarre conclusioni sulla memoria e le facoltà del linguaggio, che vengono alterate dalla malattia, i cui primi segnali sono questi.
Se questo anticorpo può rallentare la progressione della malattia, potrebbe aiutare a curarla? I ricercatori rimangono cauti. Ma questa scoperta può dare speranza ai malati.