Alzheimer: quali sono i sintomi? Dalla diagnosi all’aspettativa di vita
“Lento può passare il tempo. Lento come il movimento, tu non lo sai come vorrei ridurre tutto ad un giorno di sole. Come vorrei distrarmi e ridere.” è il testo della canzone di Malika Ayane Senza fare sul serio. La condizione di coloro che vivono l’Alzheimer potrebbe essere riassunta in queste semplici parole: il tempo che scorre lento, la ricerca del sole di ieri nei ricordi dell’infanzia e la voglia di distrarsi e ridere ancora. Quella ricerca dei volti e dei nomi, dei ricordi intermittenti di oggi e nitidi di ieri.
Un percorso dalla valutazione dei sintomi all’aspettativa vita.
Alzheimer, dalla diagnosi all’aspettativa di vita
Restano le tracce di un vissuto profondo, dei volti spesso non riconosciuti di coloro che più si è amati: figli, marito, moglie, nipoti.
La malattia dell’Alzheimer (o morbo di Alzheimer) è un processo degenerativo che demolisce le cellule del cervello, ‘alterando’ e ‘disattivando’ molte funzioni cognitive.
Definita la più comune causa di demenza nel 50-60% dei casi, colpisce il 5% della popolazione al di sopra dei 65 anni e il 20% al di sopra di 85 anni.
Conosciuto è anche l’esordio precoce (Alzheimer giovanile) trai 35 e i 60 anni per la metà di coloro che sono figli di un malato di Alzheimer, l’ereditarietà è la base della sua comparsa anticipata, il campanello ‘sentinella’ è la perdita di memoria a breve termine.
Le cause d’insorgenza del morbo di Alzheimer sono riconducibili all’alterazione del beta amiloide una proteina costituente delle placche senili.
Un gruppo di scienziati belgi ha scoperto che questa proteina è fondamentale nel permettere la ‘trasmissione delle informazioni’ verso un recettore (che le acquisisce): le cellule neuronali non sono più in grado di comunicare efficacemente. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Science.
L’insorgenza di questa malattia nel 90% dei casi è sporadica, solamente nell’1% dei casi la sua causa è data da un’alterazione di un gene.
Tra vuoti di memoria, dimenticanze sporadiche che si fanno sempre più vicine nel tempo, difficoltà nel linguaggio, ad evolvere sono 10 tra i sintomi specifici tratti dal sito dell’Associazione Alzheimer:
- Vuoti di memoria, perdita di memoria che disturba l’attività di vita quotidiana (primissimi sintomi).
- Fare errori occasionali (problemi nei calcoli e soluzioni).
- Difficoltà nel completare gli impegni familiari a casa, o lavorativi.
- Stato confusionale inerente ai tempi e luoghi.
- Difficoltà nel focalizzare volti e spazio.
- Problemi nel linguaggio (scrivere e parlare).
- Perdere oggetti, non ricordare il percorso.
- Ridotta o scarsa capacità di giudizio.
- Ritiro progressivo da tutte le attività sociali e lavorative.
- Cambiamenti di umore e personalità.
Un declino cognitivo che secondo gli esperti si evolve dalla Fase 1 (nessuna disabilità) alla Fase 7 (declino cognitivo molto grave).
Per porre diagnosi del morbo di Alzheimer – ed escludere altre malattie – è necessario valutare la presenza delle placche amiloidi nel tessuto cerebrale. Possono essere utilizzati differenti test dai medici come descritto sul sito dell’EpiCentro:
- Esami clinici.
- Test neuropsicologici per valutare diverse funzioni cognitive come la memoria.
- TC cerebrale.
L’aspettativa di vita per un malato di Azheimer è di circa 5-10 anni e varia in base alle cure farmacologiche a cui viene sottoposto, purtroppo questi non curano e non bloccano la malattia.
Solamente alcuni farmaci (come la rivastigmina) possono alleviare i sintomi per alcuni mesi dall’insorgenza del malessere cronico.
Una condizione che non è priva di stigma sociale, i timori di un abbandono e degli allontanamenti delle persone più vicine potrebbe far sorgere uno stato depressivo. Stare accanto alle persone malate d’Alzheimer potrebbe essere la base per una cura dell’anima.