A Eriksen impiantato il defibrillatore cardiaco, cos’è?
Durante la partita degli Europei Danimarca-Finlandia, il calciatore danese Christian Eriksen di 29 anni è stato colpito da un arresto cardiaco. Prontamente salvato dai soccorritori è stato trasportato in ospedale, la Federcalcio scandinava ha comunicato che all’atleta sarà impiantato un defibrillatore automatico sottocutaneo (ICD). Cos’è?
Cos’è il defibrillatore cardiaco impiantabile?
Per scongiurare forti aritmie in pazienti che soffrono di patologie cardiache viene scelto d’impiantare un defibrillatore cardiaco sottocutaneo che monitora costantemente il battito cardiaco entrando in azione con shock elettrici salvavita così da ripristinare l’attività cardiaca.
Le condizioni di anomalia possono essere la tachicardia ventricolare (un ritmo cardiaco che origina dai ventricoli e che produce almeno una frequenza di 120 battiti al minuto), la fibrillazione ventricolare (una sequenza scoordinata e potenzialmente letale di contrazioni molto rapide e inefficaci dei ventricoli) ed altre condizioni anche ereditarie.
Entriamo nel dettaglio della spiegazione di che cosa è un ICD: «Il corpo del defibrillatore è una sorta di “scatoletta metallica” posta sotto cute da cui parte un elettrodo, anche questo sottopelle, che circonda il cuore registrando l’attività elettrica ed erogando lo choc elettrico per defibrillare quando necessario» spiega Silvia Priori professore ordinario di Cardiologia dell’Università di Pavia. Il sistema è collegato a un computer attraverso il quale il medico può visualizzare le informazioni che riguardano il cuore del paziente e il suo funzionamento.
«Il dispositivo sottocutaneo di dimensioni lievemente superiori al defibrillatore transvenoso, presenta una caratteristica tecnica che permette di impiantare sotto la cute invece che all’interno del cuore il piccolo cavo elettrico (detto elettrodo) che serve a monitorare il ritmo cardiaco. Grazie a questa caratteristica in caso di rottura presenta il grande vantaggio di poter essere sostituito più facilmente. Inoltre, nel caso si verificasse un’infezione della tasca, i batteri non entrerebbe nel circolo ematico come potrebbe succedere invece nel caso di un impianto con apparecchio transvenoso» aggiunge Silvia Priori, che è anche responsabile dell’Ambulatorio di Cardiologia molecolare dell’IRCCS Maugeri di Pavia.
Siamo abituati a sentire parlare di pacemaker ma questo dispositivo viene utilizzato spesso nelle persone anziane che hanno bisogno di regolarizzare il loro battito cardiaco, un supporto costante alle loro funzioni cardiache. «Il defibrillatore sottocutaneo è mirato alle persone più giovani con problemi di aritmia e che non hanno bisogno di altre funzioni aggiuntive come il pacemaker, che aiuta il cuore a battere a una frequenza giusta, e che più spesso viene impiantato nelle persone più anziane», conclude la Dr. Priori.