Bronchite, come ci sbarazziamo della tosse grassa?
Tosse secca, nausea, febbre (a volte superiore a 39 °C) annunciano la bronchite.
Succede spesso dopo un attacco al tratto respiratorio superiore. Nel 90% dei casi, infatti, è un virus che causa l’infiammazione, per cui proviamo anche dolori e stanchezza. Dopo 3 o 4 giorni, questi sintomi di solito tornano in ordine, tranne che per la tosse che può diventare grassa e durare per diverse settimane. L’automedicazione è di solito sufficiente a meno che i soggetti colpiti non siano soggetti a complicazioni.
Tosse secca o tosse grassa?
Irritazione e graffi nella parte posteriore della gola provocano la tosse secca. Se ci si sveglia di notte e il disagio diventa molto fastidioso, stancante, uno sciroppo anti-tosse può aiutare a dormire.
Secrezioni nella parte posteriore della gola, invece, indicano che la tosse è grassa. In questo caso, non bisogna prendere un antitosse perché è la stessa tosse che faciliterà l’evacuazione delle secrezioni. I mucolitici possono essere utilizzati per rendere l’espettorato più fluido ma l’efficacia di questi ‘aiuti’ non è unanime (acetilcisteina, carbocisteina, fluimicile …). Inoltre, bisogna evitare di prenderli di notte: farebbero tossire per evacuare le secrezioni durante la notte.
È meglio controllare se la tosse sia forte sin dall’inizio e se la temperatura sia alta perché può essere una bronchite batterica da trattare con gli antibiotici. Se dopo 5-7 giorni, la stanchezza e la febbre sono ancora presenti e le secrezioni diventano verdi, è necessario consultare il medico. Un’influenza potrebbe complicare le cose e la bronchite potrebbe evolversi in polmonite.
Un esame clinico – come una radiografia del torace e un prelievo di sangue – consentirà al medico di chiarire le cose. È importante fissare un appuntamento se si tossisce ancora tre settimane dopo per verificare che un’altra malattia non sia alla base di questo sintomo, anche senza la febbre.
Quando la tosse indica altro
Influenza: i sintomi sono generalmente gli stessi. Ma se non si sia più in grado di alzarsi dal letto a causa della febbre, della sudorazione e della stanchezza, allora può essere che sia davvero per colpa dell’influenza.
La malattia broncopolmonare cronica (BPCO) può essere responsabile di episodi che disturbino la respirazione. Ecco perché è importante consultare un medico. È più sicuro consultare il medico.
Pertosse: negli adulti, i sintomi sono a volte più discreti che nei bambini ma quando appare, la tosse è secca e asfissiante.
La polmonite, invece, non è una malattia da prendere alla leggera. La tosse è problematica. La stanchezza e la febbre sono tali che è difficile lasciare il proprio letto. Sono spesso presenti anche dolori al petto e mal di testa sono spesso presenti.
Il medico va consultato ed è probabile che chieda una radiografia del torace e un’analisi biologica per determinare il germe coinvolto. Più della metà della polmonite è batterica, spesso a seguito di bronchite non trattata o superinfettata. La respirazione può diventare difficile, anche dolorosa, specialmente nei pazienti fragili, anziani o immunocompromessi. Può essere necessario il ricovero oppure, se è la ‘classica’ polmonite, basterà qualche giorno a casa.
LEGGI ANCHE: Cancro al rene, i sintomi più comuni.