I farmaci per il cuore possono proteggere dalla demenza, il nuovo studio
L'ipotesi è che migliorando la salute vascolare, questi farmaci favoriscano una migliore circolazione cerebrale e riducano i danni causati da micro-infarti o infiammazioni, che sono fattori di rischio per la demenza.
Buone notizie dal fronte della comunità scientifica.
Un recente studio ha rivelato un potenziale legame tra l’uso di farmaci per il cuore e una riduzione del rischio di demenza. Questi farmaci possono avere effetti protettivi sul cervello. Vediamo di capire meglio di cosa si tratta.
L’ipotesi di studio
L’ipotesi è che migliorando la salute vascolare, questi farmaci favoriscano una migliore circolazione cerebrale e riducano i danni causati da micro-infarti o infiammazioni, che sono fattori di rischio per la demenza. Gli autori dello studio sottolineano la necessità di ulteriori ricerche per comprendere meglio i meccanismi alla base di questo effetto e confermare i risultati.
Questa scoperta, tuttavia, potrebbe aprire nuove strade nella prevenzione delle malattie neurodegenerative, specialmente per le persone a rischio di sviluppare Alzheimer o altre forme di demenza.
Lo studio nella fattispecie e come si è svolto
Come riporta pourquoidocteur.fr, il recente studio del Karolinska Institute (Svezia), pubblicato su Alzheimer’s & Dementia: The Journal of the Alzheimer’s Association evidenzia che l’uso prolungato di farmaci contro i disturbi cardiovascolari potrebbe ridurre anche il rischio di demenza negli anziani.
Lo studio è stato eseguito analizzando i dati di 88.000 persone con diagnosi di demenza tra il 2011 e il 2016, rispetto a 880.000 individui senza demenza.
I ricercatori hanno osservato una correlazione non indifferente tra l’uso a lungo termine (più di 5 anni) di alcuni farmaci e una riduzione del rischio di demenza. I risultati mostrano che antipertensivi, statine, diuretici e anticoagulanti sono associati ad una riduzione del rischio che varia dal 4 al 25%.
Cosa hanno detto i ricercatori
“Vediamo un chiaro legame tra l’uso prolungato di questi trattamenti e la protezione cognitiva in età avanzata”, hanno spiegato gli scienziati in un comunicato stampa.
Da precisare, inoltre, che le combinazioni di questi farmaci sembrano ancora più efficaci del loro uso individuale.
Occorrono nuovi studi per confermare i risultati
Lo studio, però, evidenzia un potenziale rischio legato all’uso degli antipiastrinici, spesso prescritti per prevenire l’ictus. Questi farmaci possono aumentare il rischio di microsanguinamenti cerebrali, un fattore associato al declino cognitivo.
“Questi risultati evidenziano la necessità di comprendere meglio i meccanismi sottostanti”, sottolineano ancora i ricercatori, aggiungendo che altri studi saranno essenziali.
Cosa si può fare
Questa ricerca senza dubbio offre speranza.
Com’è noto, la demenza è una condizione neurologica caratterizzata da un declino progressivo delle funzioni cognitive, come memoria, attenzione, linguaggio e capacità di risolvere problemi. Essa può compromettere significativamente la qualità della vita delle persone colpite e dei loro familiari. Tra le forme più comuni vi è l’Alzheimer, che rappresenta circa il 60-70% dei casi.
Uno stile di vita sano è fondamentale per ridurre il rischio di sviluppare la demenza o ritardarne l’insorgenza. Una dieta equilibrata, ricca di frutta, verdura, cereali integrali e grassi sani, insieme a un’attività fisica regolare, contribuisce a mantenere il cervello in salute. Altre abitudini benefiche includono il controllo dei fattori di rischio cardiovascolare, come ipertensione e diabete, un sonno di qualità, la stimolazione cognitiva attraverso lettura e giochi mentali, e una vita sociale attiva.
Investire in uno stile di vita sano non solo favorisce il benessere generale, ma rappresenta anche una strategia efficace per proteggere la salute del cervello a lungo termine.