Sonno dopo mangiato? Scopri perché ti succede

Stanchezza e sonnolenza dopo un pasto abbondante? Non è solo una sensazione, ma un processo fisiologico legato alla digestione.

Le feste si avvicinano e, con esse, i pranzi e le cene abbondanti. Se molti di noi saranno tentati di allentare la cintura per stare più comodi, c’è una sensazione alla quale è molto più difficile sfuggire: dopo aver mangiato troppo, spesso ci si sente stanchi, quasi al punto di appisolarsi! Ma perché mangiare troppo fa venire sonno?

La digestione: un processo complesso

La risposta si nasconde ovviamente nel nostro organismo e, più precisamente, nelle reazioni che provoca l’atto di alimentarsi. Per comprendere il fenomeno, bisogna tornare al processo di digestione. Quando ingeriamo alimenti, questi si ritrovano nel nostro sistema digerente, stomaco e intestino, dove vengono trasformati per estrarne i nutrienti assorbibili dall’organismo.

Tra questi nutrienti figura il glucosio, che passa poi nel sangue, provocando un aumento della glicemia (la concentrazione di zucchero nel sangue). Per regolare questo aumento e favorire l’assorbimento del glucosio, l’organismo innesca il rilascio di diversi ormoni, tra cui l’insulina. Ma questo ormone non agisce da solo, bensì si avvale dell’aiuto di amminoacidi derivanti dalla digestione delle proteine.

Insulina e triptofano: un’accoppiata vincente

Il triptofano è uno di questi amminoacidi, ma non agisce per regolare la glicemia. Viene utilizzato dal cervello per produrre un neurotrasmettitore chiamato serotonina, che serve, tra l’altro, a sintetizzare l’ormone chiamato melatonina. È qui che iniziano a delinearsi le origini della nostra voglia di dormire dopo aver mangiato troppo, poiché sia la serotonina che la melatonina sono associate a una sensazione di calma e persino di sonnolenza.

In condizioni normali, il triptofano ha un accesso limitato al cervello, perché viene bloccato dagli altri amminoacidi che competono con lui. Tuttavia, in caso di un pasto ricco di carboidrati (quindi di zuccheri), il passaggio del triptofano nel cervello viene indirettamente facilitato, provocando un aumento della produzione di serotonina e quindi di melatonina. Da qui la sensazione di sonnolenza.

Il fenomeno è tanto più pronunciato quanto più il pasto è sbilanciato. Più si mangiano alimenti ricchi di carboidrati e pochi alimenti ricchi di proteine, più il fenomeno sarà accentuato. Al contrario, se si consuma un pasto ricco di proteine, gli amminoacidi che ne derivano entreranno in competizione con il triptofano, riducendo la produzione delle sostanze incriminate.

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Il ruolo del sistema parasimpatico

Insulina e triptofano non sono però gli unici responsabili di questa sensazione di sonnolenza. Infatti, non entra in gioco solo la natura degli alimenti che consumiamo, ma anche la loro quantità. Quando ingurgitiamo il nostro pranzo di Natale, stimoliamo il sistema nervoso parasimpatico, quello che controlla tutte le attività involontarie del corpo, come respirare, far battere il cuore e digerire.

Di fronte all’importante afflusso di cibo, questo sistema ordina all’organismo di rallentare e concentrarsi sulla digestione, piuttosto che attivarsi. Risultato: una maggiore quantità di sangue affluisce verso il sistema digerente per trasportare i nutrienti derivanti dagli alimenti, piuttosto che nel resto del corpo, portando naturalmente a una sensazione di calma e persino di stanchezza. È ciò che alcuni chiamano la “risposta riposo-digestione”.

Consigli per evitare la sonnolenza post-prandiale

Per evitare questa sensazione di sonnolenza, gli specialisti consigliano di limitare le dimensioni delle porzioni e di assicurarsi di bilanciare il pasto, privilegiando il tacchino piuttosto che le patate. Per i più coraggiosi, dedicarsi a una piccola attività dopo il pasto può aiutare a combattere la sonnolenza.

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