Prediabete: un campanello d’allarme per la salute

Il prediabete è una condizione che precede il diabete di tipo 2 e può essere prevenuta con un corretto stile di vita.

Il prediabete colpisce circa il 6% della popolazione mondiale e si caratterizza per un livello di zucchero nel sangue a digiuno compreso tra 1,10 g/l e 1,25 g/l, e/o per una ridotta sensibilità delle cellule all’insulina, l’ormone che regola la glicemia.

“Il prediabete si riscontra in persone in sovrappeso, con obesità addominale o obesità generale, soprattutto se con familiarità per diabete“, spiega il Dr. Pierre Nys, endocrinologo e diabetologo. L’incidenza aumenta con l’età a causa del progressivo deterioramento della funzione pancreatica e della ridotta sensibilità all’insulina. Altri fattori di rischio includono il sesso maschile, un’alimentazione scorretta ricca di zuccheri e grassi, la sedentarietà, l’ipertensione, l’eccesso di grassi nel sangue, la steatosi epatica e la sindrome dell’ovaio policistico (SOPK) nelle donne.

Sintomi del prediabete

Spesso il prediabete è asintomatico, soprattutto nelle fasi iniziali. “Per anni, potrebbero non esserci disturbi evidenti, al massimo un po’ di stanchezza o sonnolenza dopo i pasti, o difficoltà a perdere peso”, afferma il Dr. Nys. In rari casi, in stadio avanzato, possono comparire minzione frequente e sete eccessiva. L’unico modo per diagnosticare il prediabete è un esame del sangue a digiuno che misuri la glicemia e il livello di insulina. “Il calcolo dell’indice HOMA, basato sul rapporto tra glucosio e insulina, se elevato (superiore a 2,4), indica insulino-resistenza, primo passo verso il prediabete e il diabete”, precisa il Dr. Nys.

Evoluzione del prediabete

Non tutti i soggetti con prediabete sviluppano il diabete, ma il rischio è elevato. “Senza trattamento, circa l’80% delle persone con prediabete diventa diabetico entro 5-10 anni”, avverte il Dr. Nys. Sono fondamentali controlli periodici per monitorare l’evoluzione della condizione. Si consiglia un esame del sangue annuale in caso di prediabete, contro un controllo ogni 2-3 anni se la glicemia è inferiore a 1,10 g/l.

Trattamento del prediabete

Il trattamento si basa su modifiche dello stile di vita. È essenziale adottare una dieta sana e perdere peso. “Un’alimentazione di qualità migliora la sensibilità all’insulina. Bisogna ridurre drasticamente i carboidrati ad alto indice glicemico (IG), i grassi saturi, aumentare il consumo di fibre (frutta e verdura) e scegliere proteine magre”, consiglia il Dr. Nys. Anche ridurre il sale è importante per contrastare la ritenzione idrica. L’attività fisica è fondamentale: aiuta a perdere peso, aumentare la massa muscolare, proteggere il cuore, rinforzare le ossa e migliorare la circolazione. Si raccomandano 30 minuti di attività fisica dinamica 4-5 volte a settimana, oltre alla camminata quotidiana. Sono ideali sport di resistenza come la camminata veloce, il nuoto, l’aquagym, il golf, il ciclismo, l’equitazione, la ginnastica e il fitness.

Per quanto riguarda i farmaci, la metformina è riservata ai diabetici conclamati. Anche gli analoghi del GLP1 (un ormone digestivo che favorisce la perdita di peso e aumenta la sensibilità all’insulina) sono indicati per i diabetici. Tuttavia, esistono specialità farmaceutiche a base di queste molecole, non rimborsate e costose, che possono essere proposte ai prediabetici. “Queste molecole si legano ai recettori del GLP1 e regolano la glicemia aumentando la produzione di insulina e migliorandone l’attività”, spiega il Dr. Nys. Esistono anche rimedi naturali come il cromo, la cannella e la berberina, che possono ridurre la voglia di zuccheri e migliorare la sensibilità all’insulina. Fonte: FemmeActuelle.

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