L’elisir di lunga vita? Ecco alcune buone abitudini che possono aiutarti a vivere fino a 100 anni

Un nuovo studio dimostra che non è mai troppo tardi per acquisire buone abitudini che possono aiutarci a vivere fino a 100 anni.

Tutti noi vorremmo avere a disposizione l’elisir di lunga vita, o comunque vivere il più a lungo possibile. Ma esistono dei modi per aumentare la longevità? A quanto pare, non è mai troppo tardi per imparare a vivere fino a 100 anni. Lo dimostra un nuovo studio.

Le buone abitudini

Cosa serve per vivere fino a 100 anni? E’ una domanda che tutti, almeno una volta, ci siamo posti. Probabilmente servono buoni geni e un pizzico di fortuna, ma i ricercatori hanno scoperto che si è sempre in tempo per acquisire buone abitudini che aiutano a vivere a lungo.

Lo studio, riportato da Everyday Health, si concentra innanzitutto sull’importanza dell’attività fisica; inoltre è necessario non fumare e avere una alimentazione sana ed equilibrata.

Lo afferma con convinzione uno dei coautori dello studio, Xiang Gao, MD, PhD , professore e ricercatore presso l’Istituto di nutrizione dell’Università Fudan di Shanghai.

Le buone abitudini possono allungare la durata della vita, tanto per i giovani quanto per coloro che hanno 80 anni o più. Il dott. Gao ha affermato: “I nostri risultati suggeriscono che aderire a uno stile di vita sano è importante, anche più avanti nella vita”.

Come si è svolto lo studio

Molte ricerche scientifiche hanno confermato, negli anni, che le persone che seguono uno stile di vita sano hanno generalmente un rischio inferiore di contrarre numerose malattie croniche.

Ebbene, i ricercatori hanno voluto scoprire se praticare determinate abitudini dopo gli 80 anni avrebbe continuato ad avere benefici in termini di allungamento della vita.

Le persone di età pari o superiore a 80 anni che potrebbero potenzialmente vivere fino a 100 anni sono state selezionate casualmente da un sondaggio nazionale. I ricercatori hanno abbinato i centenari a quattro “controlli” della stessa età e sesso ma che sono morti prima di raggiungere i 100 anni, per un totale di 5.222 partecipanti in tutto.

I ricercatori hanno poi raccolto dati tramite interviste faccia a faccia, includendo età, sesso, luogo di residenza, anni di istruzione, stato civile e se soffrivano di patologie croniche come diabete, malattie cardiache, ipertensione o cancro.

Fattori legati allo stile di vita, tra cui fumo, consumo di alcol, esercizio fisico, diversità alimentare e indice di massa corporea (BMI), sono stati combinati per creare un punteggio relativo allo stile di vita sano.

Sono stati considerati fattori favorevoli il non fumare, il non bere o bere moderatamente, l’esercizio fisico regolare, una dieta varia e un indice di massa corporea nella norma.

Per ogni categoria, i partecipanti sono stati valutati sia in base al loro stato attuale che a quello precedente.

Le diete dei partecipanti allo studio sono state valutate in base alla frequenza con cui mangiavano frutta, verdura, pesce, fagioli e tè. Più spesso mangiavano cibi di quel gruppo, più alto era il loro punteggio di diversità della dieta.

Nel complesso, un punteggio più alto relativo allo stile di vita sano è stato associato a maggiori probabilità di raggiungere i 100 anni.

L’esercizio fisico

I ricercatori hanno poi esaminato ogni elemento singolarmente, scoprendo che l’esercizio fisico regolare era il fattore più importante per la longevità ed era associato a una probabilità maggiore del 31% di diventare centenari, seguito dal non fumare (probabilità maggiore del 25%) e da una dieta sana (probabilità maggiore del 23%).

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Consumo di alcol e indice di massa corporea

I ricercatori hanno fatto inoltre una scoperta interessante: contrariamente a quanto si possa pensare, non esiste un collegamento significativo tra consumo di alcol o BMI e probabilità di vivere fino a 100 anni. In pratica, un consumo moderato di alcol, non è necessariamente correlato a esiti negativi per la salute, e un indice di massa corporea più elevato potrebbe avere un effetto protettivo contro la fragilità nelle persone anziane.

Rispetto alle persone con il punteggio più basso, i partecipanti allo studio con il punteggio di stile di vita sano più alto avevano il 60% in più di probabilità di essere centenari.

Servono altri studi

Il dottor Valter Longo, professore di gerontologia e scienze biologiche e direttore del Longevity Institute presso l’Università della California del Sud a Los Angeles, che non è stato coinvolto nello studio, sostiene che quest’ultimo può essere prezioso ma rappresenta solo un tassello del grande mosaico della comprensione di come le persone possano vivere più a lungo.

In pratica occorrono ancora altri studi.

Un problema di questi studi può essere rappresentato dal fatto che il metodo di raccolta dei dati a volte può semplificare eccessivamente o nascondere sfumature importanti. “Ad esempio, qualcuno che segnala un basso apporto proteico potrebbe essere molto sano, ma in alcuni casi potrebbe anche essere qualcuno che è malnutrito. In quel gruppo di ‘basso apporto proteico’ si combinerebbero quindi i molto sani e i malnutriti, il che nasconderebbe gli effetti sulla salute della dieta”, afferma Longo.

Fare cambiamenti salutari anche quando si è anziani

Il dottor Longo sostiene che il fattore chiave per aumentare la longevità, oltre alle buone abitudini summenzionate, sia una dieta sana. E che non è mai troppo tardi per iniziare con dei cambiamenti positivi, portatori di effetti benefici per la salute di una persona.

Longo, che ha scritto libri sulla longevità, fornisce consigli su come mangiare per vivere più a lungo.

Mangiare prevalentemente vegano: Longo suggerisce una dieta prevalentemente a base vegetale che limiti i pasti a base di pesce a un massimo di due o tre a settimana. Scegliete frutti di mare con un alto contenuto di omega-3, omega-6 e vitamina B12 (salmone, acciughe, sardine, merluzzo, orata, trota, vongole, gamberi) e cercate di scegliere quelli con bassi livelli di mercurio.

Mantenere basso l’apporto proteico: se hai meno di 65 anni, mantieni basso l’apporto proteico, tra 0,31 e 0,36 grammi (g) per libbra di peso corporeo.

Dopo i 65 anni, si dovrebbe aumentare leggermente l’assunzione di proteine ​​attraverso pesce, altre proteine ​magre, uova, latticini (suggerisce prodotti di capra e pecora), fagioli, noci e legumi.

Ridurre al minimo i grassi saturi di origine animale e vegetale: limitare carne, formaggio e zucchero e massimizzare grassi buoni e carboidrati complessi.

Consumare cereali integrali e verdure: ciò include pomodori, broccoli, carote e legumi e abbondanti quantità di olio d’oliva (dose raccomandata 3 cucchiai al giorno).

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