Non solo energia: il caffè ha anche un altro ‘super potere’

Il caffè ha numerosi benefici. Secondo uno studio recente aiuta a combattere alcune malattie. Vediamo quali sono.

E’ amato da moltissime persone in ogni parte del mondo. Si stima che in Europa il 40% delle persone inizino la propria giornata bevendone una tazza. Stiamo parlando del caffè.

Uno studio recente dimostra che bere due o tre tazze di caffè con caffeina al giorno può proteggere da alcune malattie. Ecco quali sono.

Lo studio sulla caffeina

Gli amanti del caffè apprenderanno la notizia con estrema soddisfazione: la caffeina può proteggere dal diabete di tipo 2, dalle malattie coronariche e dagli ictus.

I risultati dello studio, pubblicati sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism, e riportati da Nbc News, si aggiungono alle ricerche esistenti che suggeriscono che chi beve quotidianamente caffè ha una salute cardiaca migliore rispetto a chi non lo beve, a patto che non assuma una quantità eccessiva di caffeina.

“L’assunzione di caffeina a dosi diverse potrebbe avere effetti diversi sulla salute”, ha scritto in una email Chaofu Ke, coautore principale dello studio e professore associato presso il dipartimento di epidemiologia e biostatistica dell’Università di Soochow in Cina.

Ke e un gruppo di ricercatori in Cina e in Svezia hanno analizzato le abitudini di consumo di caffè e tè di 188.000 persone di età compresa tra 37 e 73 anni provenienti dalla UK Biobank, un ampio database contenente informazioni sanitarie anonime. Queste persone avevano compilato questionari sulla loro assunzione di bevande nelle ultime 24 ore.

I ricercatori hanno anche esaminato le risposte di circa 172.000 persone che avevano specificato di aver bevuto caffè o tè con caffeina. Da precisare che nessuno di questi soggetti aveva una storia di malattia cardiometabolica, definita da una diagnosi di almeno due delle tre condizioni: diabete di tipo 2, malattia coronarica o ictus, quando è iniziato lo studio.

I ricercatori hanno contattato i partecipanti allo studio dopo circa 12 anni.

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Cosa è stato scoperto

I fautori dello studio hanno scoperto che l’ideale sarebbe bere due o tre tazze di caffè o fino a tre tazze di tè al giorno.

Le persone che consumavano circa 200-300 milligrammi di caffeina al giorno avevano un rischio inferiore di sviluppare malattie cardiometaboliche, rispetto alle persone che ne bevevano meno di 100 mg al giorno.

I bevitori di caffè , in particolare, avevano il rischio più basso, una riduzione di quasi il 50%, mentre le persone che assumevano 200-300 milligrammi di caffeina dal tè o da un mix di entrambe le bevande avevano circa il 40% in meno di probabilità di sviluppare malattie cardiometaboliche.

La salute di chi consuma più caffè

Lo studio ha analizzato anche gli effetti sulla salute di un quantitativo maggiore di caffeina rispetto a 400 milligrammi al giorno. Anche per le persone che consumano più caffè, (appena il 4% dei bevitori di caffeina coinvolti nello studio), la caffeina non sembrava avere conseguenze negative sulla salute cardiometabolica.

Un consumo moderato di caffeina è stato inoltre associato ad alcuni metaboliti (composti prodotti dall’organismo durante la digestione di cibi e bevande) che sono correlati a una migliore salute del cuore.

“Un consumo moderato di caffeina può regolare i livelli di questi metaboliti”, ha affermato Ke.

Considerare sempre i risultati scientifici nel contesto

Tuttavia, il dott. Luke Laffin, co-direttore del Center for Blood Pressure Disorders presso la Cleveland Clinic, ha affermato che i risultati devono essere considerati nel loro contesto: “Può darci un’idea, ma non possiamo trarre conclusioni”, ha detto Laffin, che non ha partecipato alla ricerca. “Tutto con moderazione è probabilmente il modo migliore per farlo. Se qualcuno beve un paio di tazze di caffè al giorno, questo suggerisce che quella dose potrebbe essere protettiva”.

Come ha ricordato Laffin, infatti, alcuni tipi di malattie cardiache possono rendere più pericoloso il consumo di caffeina: “Troppe tazze di caffè possono aumentare la pressione sanguigna in qualcuno che soffre già di ipertensione”.

Altri studi

E’ da segnalare, inoltre, che alcuni studi hanno dimostrato un collegamento tra un elevato consumo di caffeina e un rischio maggiore di demenza e ictus. Altre ricerche, invece, hanno dimostrato collegamenti positivi tra caffeina e salute renale, diabete di tipo 2 e insufficienza cardiaca.

Il dottor Stephen Kopecky, cardiologo preventivo presso la Mayo Clinic di Rochester, Minnesota, ha affermato che, oltre ai problemi di salute di base di una persona, anche il modo in cui una persona consuma caffeina probabilmente fa una grande differenza nel modo in cui questa influisce sulla sua salute.

Da puntualizzare, inoltre, che lo studio sopra esposto ha coinvolto solo persone che bevevano regolarmente caffè o tè verde o nero, tutti contenenti centinaia o migliaia di composti chimici, di cui solo uno è la caffeina.

“È probabile che siano tutti questi componenti ad avere un impatto, ma devono essere insieme”, ha affermato Kopecky.

Il consiglio: assumere caffeina con moderazione

Resta ancora molto da scoprire circa la caffeina e il mondo in cui influenza l’organismo.

“È difficile condurre uno studio che tenga conto di tutto”, ha affermato Laffin, aggiungendo che una tazza di caffè al giorno va benissimo per la maggior parte delle persone.

Quindi va bene bere il caffè ma farlo con moderazione è meglio.

E’ di questo parere anche Kopecky, il quale ha aggiunto che il consumo di caffeina nelle bevande energetiche, che spesso contengono zucchero aggiunto, dolcificanti artificiali e altri additivi, o negli shot di caffeina, è sicuramente qualcosa da evitare.

Quindi è meglio scegliere un caffè o un tè semplici.

“Le persone devono essere scrupolose riguardo a cos’altro contengono nel loro caffè, oltre alla caffeina”, ha affermato Laffin.

La conclusione del medico è abbastanza prevedibile: “Se vai nel tuo bar preferito e ordini un caffè con panna montata e sciroppo di zucchero, stai assumendo molte calorie, il che può contribuire alle malattie cardiometaboliche”.

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