Luca Giurato stroncato da un infarto fulminante, cos’è e quali sono i sintomi

Il mondo del giornalismo e della tv è in lutto per la morte di Luca Giurato, 84 anni, stroncato da un infarto fulminante. Si tratta di una grave forma di attacco di cuore da cui deriva un'alta probabilità che la persona colpita non sopravviva. Cerchiamo di capire meglio come si manifesta.

Il mondo del giornalismo e della tv è in lutto per la morte di Luca Giurato, 84 anni, stroncato da un infarto fulminante. Si tratta di una grave forma di attacco di cuore da cui deriva un’alta probabilità che la persona colpita non sopravviva.

Cerchiamo di capire meglio come si manifesta.

Come spiega il dott. Antonio Griguolo su My Personal Trainer, l’infarto fulminante si verifica a seguito dell’ostruzione di una delle due coronarie principali e interessa un’area estesa di tessuto muscolare cardiaco.

Generalmente a causare un infarto fulminante è un embolo derivante da un trombo o un ateroma; più raramente, è uno spasmo coronarico.

I sintomi

I sintomi dell’infarto fulminante si manifestano in maniera assai veloce, nel giro di pochissimo tempo. Di solito consistono in dolore al petto, senso di stordimento, vertigini, sudorazione, fiato corto, nausea, vomito, senso d’ansia travolgente, ecc.

L’infarto fulminante richiede una diagnosi e un trattamento immediati.

Il miocardio

Spesso si parla anche di infarto del miocardio.

Buona parte della massa cardiaca è costituita da un tessuto muscolare striato, chiamato miocardio (da “myo” muscolo e “kardia” cuore), a sua volta formato da cellule dette miociti cardiaci.

In medicina ci si riferisce all’infarto del miocardio quando ‘muore’, per assenza di flusso sanguigno, una porzione più o meno estesa di tessuto muscolare cardiaco.

Nel linguaggio comune la parola infarto è associata al cuore, ma in realtà, il termine indica la morte di un tessuto qualsiasi, dovuta all’assenza di circolazione sanguigna locale.

Le cause

L’infarto fulminate è dovuto all’occlusione acuta di una o entrambe le arterie coronarie con un maggior rischio di interruzione definitiva dell’attività di pompa del cuore.

Fortunatamente, secondo le stime più attendibili, gli episodi di infarto fulminante sono più rari degli episodi di infarto del miocardio, che dipendono dall’occlusione dei rami coronarici più piccoli.

L’infarto fulminante è determinato dalla presenza, all’interno di una o entrambe le coronarie, di un grosso embolo che impedisce il normale flusso sanguigno.

Gli emboli che causano gli episodi di infarto fulminante (e più in generale di infarto del miocardio) possono derivare dalla frammentazione di trombi o placche aterosclerotiche (dette anche ateromi).

Ma l’infarto fulminante può dipendere anche dal cosiddetto spasmo coronarico, cioè il restringimento di una coronaria dovuto alla contrazione improvvisa della componente muscolare di un tratto di parete vascolare.

A scatenare gli spasmi coronarici possono essere vari fattori, tra cui, principalmente, l’assunzione di droghe quali cocaina, anfetamine e metanfetamine.

Le cause e i fattori di rischio possono essere diversi, tra i quali: indurimento delle arterie di medio e grosso calibro, da cui dipende anche la formazione degli ateromi; l’uso di droghe come cocaina, anfetamine e metanfetamine; il fumo di sigaretta; l’ipertrigliceridemia (o trigliceridi alti); il sovrappeso e l’obesità; il diabete; l’ipertensione; l’ipercolesterolemia; la sedentarietà; una dieta ad alto contenuto di grassi.

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Come si interviene

Proprio per la repentinità con cui si manifesta l’infarto fulminante, le probabilità di salvare chi ne è colpito restano molto basse. Tuttavia, in alcuni casi, i più fortunati, un intervento medico tempestivo può salvare il paziente.

Il trattamento dell’infarto fulminante prevede le stesse cure che richiede l’infarto del miocardio dovuto all’occlusione dei rami coronarici. Queste cure sono: ricorso all’angioplastica coronarica, per liberare la o le coronarie occluse; somministrazione di farmaci che dissolvono eventuali coaguli sanguigni e ne prevengono la formazione (aspirina, trombolitici, antiaggreganti, anticoagulanti ecc.); somministrazioni di farmaci per alleviare il dolore al petto; somministrazione di farmaci che facilitano l’attività del cuore, che nei pazienti con infarto fulminante è assai debole.

Tra questi farmaci rientrano ACE-inibitori e beta-bloccanti.

Chiaramente è molto complesso per i medici prevedere se il paziente, durante la sua vita, avrà un infarto del miocardio. Tuttavia, specialmente se si è un soggetto sano, condurre uno stile di vita salutare può aiutare a prevenire un infarto e altre patologie cardiache.

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