Allarme in Africa per la diffusione del vaiolo delle scimmie: 1.200 nuovi casi in una settimana
In Africa, il vaiolo delle scimmie continua a diffondersi con una velocità preoccupante. Nell’ultima settimana sono stati registrati 1.200 nuovi casi, portando il numero totale di contagi, confermati o sospetti, a 18.737 dall’inizio del 2024. Questo aumento repentino ha spinto l’Agenzia sanitaria dell’Unione Africana (Africa CDC) a lanciare un allarme sulla gravità della situazione.
La Repubblica Democratica del Congo epicentro dell’epidemia
La Repubblica Democratica del Congo si conferma l’epicentro dell’epidemia, con 16.800 casi tra sospetti e confermati. Tutte le 26 province del paese, che conta circa 100 milioni di abitanti, sono state colpite, facendo emergere un quadro estremamente preoccupante. Dall’inizio dell’anno, sono stati censiti oltre 500 decessi legati al virus, un dato che sottolinea la gravità della crisi sanitaria in atto.
Nuovo ceppo virale e diffusione regionale
La situazione si complica ulteriormente con l’identificazione di un nuovo ceppo del virus, denominato “Clade Ib”, individuato per la prima volta nel settembre 2023 in Congo. Questo ceppo è descritto come più letale e altamente trasmissibile rispetto ai precedenti, contribuendo alla rapida diffusione dell’epidemia non solo in Congo ma anche nei paesi confinanti come il Burundi, dove si è registrato un aumento del 75% dei casi in una sola settimana. Attualmente, il Burundi ha segnalato 173 casi, di cui 39 confermati e 134 sospetti.
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L’allarme globale: primi casi fuori dall’Africa
La recrudescenza del virus Mpox non si limita all’Africa. Questa settimana, i primi casi sono stati segnalati anche in Svezia e Pakistan, segnando la diffusione del virus oltre i confini africani. Questo ha indotto l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a dichiarare l’emergenza sanitaria di portata internazionale, il livello di allerta più alto. Due giorni prima, anche l’Unione Africana aveva proclamato il vaiolo delle scimmie come “emergenza sanitaria continentale”, sottolineando la gravità della situazione.
Impatto e preoccupazioni per il futuro
Il numero di casi registrati dall’inizio del 2024 ha già superato il totale di quelli riportati nel 2023, quando furono segnalati 14.838 casi. L’evoluzione rapida e il potenziale di diffusione del nuovo ceppo preoccupano le autorità sanitarie mondiali, che temono un’espansione dell’epidemia anche in altre regioni del mondo.
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