Visite oculistiche: perché sono importanti in età avanzata
La prevenzione gioca un ruolo di prim’ordine nel campo della salute, soprattutto quando si ha a che fare con una parte del corpo ritenuta indispensabile per l’autonomia ed il benessere della persona, come nel caso degli occhi – e, più in generale, del nostro apparato visivo.
Per noi esseri umani, infatti, la vista è un senso fondamentale, poiché ci permette di svolgere un gran numero di attività necessarie per la nostra sopravvivenza, oltre che per la nostra crescita individuale. Senza di essa, saremmo impossibilitati ad eseguire azioni che, ormai, accompagnano la nostra quotidianità, come guidare un veicolo, andare al cinema, guardare la TV, leggere il giornale, comunicare tramite i social media e via così.
Per questo, da diverso tempo gli specialisti invitano la popolazione a prendersi cura dei propri occhi, sia evitando comportamenti ed abitudini che possono risultare dannosi, sia sottoponendosi a controlli periodici dall’oculista, specialmente una volta superata una certa età anagrafica.
In particolare, la visita oculistica andrebbe fatta con maggiore frequenza dopo il compimento dei 60 anni, poiché è proprio a partire da questo momento che aumentano le probabilità di sviluppare una serie di problematiche dovute all’invecchiamento che rischiano di intaccare la nostra vista.
Disturbi oculari in età avanzata
È naturale che, in età avanzata, l’occhio vada incontro ad una lenta e progressiva perdita della propria funzionalità o che il soggetto accusi cambiamenti di vario genere (es. visione offuscata, maggiore sensibilità alla luce, punti in movimento e/o flash all’interno del campo visivo, ecc.).
Si tratta di alterazioni che si verificano di frequente nei soggetti anziani, che pertanto non dovrebbero destare una particolare preoccupazione.
Tra i problemi più comuni, occorre ricordare:
- difficoltà a leggere caratteri di piccole dimensioni (es. etichette) ed a mettere a fuoco gli oggetti vicini – detta presbiopia – dovuta ad una minore flessibilità della lente oculare negli individui over 40;
- aumento della sensibilità alle luci (es. fari delle auto), che tendono ad apparire più forti ed abbaglianti in caso di secchezza oculare;
- variazioni nella percezione dei colori (in particolare delle tonalità del giallo e del blu), talvolta con perdita di intensità, a causa dell’opacizzazione e/o ingiallimento del cristallino;
- riduzione della visione al buio, condizione comune nelle persone anziane, per via del progressivo deterioramento dei bastoncelli, che regolano la capacità di adattarsi ad ambienti poco illuminati;
- punti, granelli e/o lampi di luce che attraversano il campo visivo (detti miodesopsie), dovuti all’addensarsi del vitreo, ovvero del liquido gelatinoso che si trova all’interno dell’occhio.
Sebbene i disturbi sopra elencati, per quanto fastidiosi, non costituiscano un rischio per la salute, è sempre utile confrontarsi con il proprio oculista di fiducia al sopraggiungere di qualsiasi anomalia, anche lieve.
Difatti, è possibile che queste problematiche nascondano condizioni più gravi: ad esempio, una patologia ancora sul nascere che, se trattata per tempo, può essere fermata – o, per lo meno, rallentata – nel suo decorso.
Prevenire le patologie oculari
Andando avanti negli anni, il rischio di contrarre patologie che coinvolgono l’apparato visivo è sempre maggiore. Pensiamo, ad esempio, alla cataratta, che colpisce circa il 50% della popolazione anziana, rendendo il cristallino meno limpido e, quindi, ostacolando la visione chiara e nitida degli oggetti.
Se diagnosticata in uno stadio iniziale, la cataratta può essere trattata mediante un’operazione chirurgica considerata, ormai, di routine. Al contrario, un intervento tardivo può compromettere gravemente l’occhio e, nei casi peggiori, portare alla completa perdita della vista.
Altre condizioni tipiche della terza età sono il glaucoma e la degenerazione maculare, che tende a svilupparsi con maggiore frequenza nei fumatori abituali, nei soggetti diabetici e/o affetti da ipertensione.
Per limitare i rischi, gli specialisti suggeriscono sia di effettuare una visita oculistica completa almeno una volta all’anno, sia di mantenere abitudini corrette in campo alimentare, così come nella quotidianità. Tra i punti chiave vi sono: esercizio fisico ed una dieta variegata e ricca di nutrienti, in particolare di zinco, antiossidanti e vitamine, presenti in elevata concentrazione nei vegetali (spinaci, broccoli, asparagi, peperoni, pomodori, legumi), nella frutta (arance, pompelmi, limoni, mango, avocado, fragole) e in altri alimenti, tra cui i cereali integrali e i crostacei.