Mandorle con muffa e parassiti, sequestrato container
Una sentenza del Tar della Liguria ha confermato la sospensione dell’importazione di otto partite di mandorle sgusciate statunitensi, ritenute “contaminate”, insieme ai container che le contenevano. Questa decisione è stata resa in risposta a otto ricorsi presentati da un’azienda del settore alimentare contro le misure adottate dal direttore del posto di controllo frontaliero di Vado Ligure.
I Motivi della Sospensione
I provvedimenti contestati si basano su irregolarità riscontrate nei confronti del Documento Sanitario Comune di Entrata (Dsce). L’azienda aveva cercato di impugnare le decisioni prese dal Ministero della Salute, dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Ufficio delle Dogane di Savona, nonché dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta.
Certificazione del Consumo Umano
La sentenza del Tar ha rilevato che l’Amministrazione statale non era tenuta a richiedere la selezione delle partite di mandorle danneggiate o un trattamento speciale per ridurre la contaminazione. Questo perché sia il certificato sanitario americano sia il Dsce attestavano la destinazione immediata delle mandorle al “consumo umano”, senza la specifica indicazione di una “ulteriore lavorazione”.
Contaminazione delle Mandorle
La sentenza del Tar ha anche evidenziato che la contaminazione delle partite di mandorle era stata riscontrata nei rapporti di prova prodotti in tribunale. Questa contaminazione era già presente nelle mandorle, le quali, secondo gli standard del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, presentavano difetti gravi. Questi difetti erano dovuti alla presenza di parassiti e muffe potenzialmente dannose per la salute umana.
La Difesa dell’Azienda
Nella sua difesa, l’azienda non ha presentato una controperizia ma ha richiesto una verifica e/o consulenza tecnica generica ed esplorativa. L’obiettivo era esplorare la possibilità di commercializzare i prodotti dopo opportuni processi di selezione tramite macchine ottiche e trattamenti specifici come fumigazioni, lavaggi ad alte temperature e pelatura. Questi trattamenti avrebbero dovuto eliminare qualsiasi rischio in termini di igiene e sicurezza alimentare.
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