È morto Silvio Berlusconi: di cosa soffriva l’ex premier
È morto, all’età di 86 anni, Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia era stato ricoverato venerdì scorso al San Raffaele di Milano.
La notizia è stata confermata anche dalle reti Mediaset. I primi a darla in lacrime dagli studi di Mattina5 Federica Panicucci e Francesco Vecchi. Le trasmissioni sono state interrotte per annunciare uno speciale in onore del leader di Forza Italia.
II valori di Silvio Berlusconi, ricoverato da venerdì scorso per accertamenti legati alla leucemia mielomonocitica cronica di cui soffriva da tempo, non erano migliorati.
Cos’è la leucemia mielomonocitica cronica
La leucemia mielomonocitica cronica (LMC) è un tipo raro di leucemia cronica che colpisce i globuli bianchi del sangue, in particolare le cellule mieloidi e monocitiche. È considerata una forma di neoplasia mieloproliferativa, in cui le cellule del midollo osseo si moltiplicano in maniera anormale.
Nella LMC, si verifica una proliferazione e un accumulo eccessivo di cellule mieloidi immature (blasti) nel midollo osseo, che poi si diffondono nel sangue e in altri tessuti del corpo. Questo accumulo di cellule anormali può interferire con la produzione normale delle cellule del sangue, portando a sintomi e complicazioni.
La causa precisa della LMC non è ancora completamente compresa, ma nella maggior parte dei casi si rileva un’anomalia genetica chiamata cromosoma Philadelphia (Ph). Questa anomalia è il risultato di uno scambio di materiale genetico tra i cromosomi 9 e 22, che porta alla formazione di un gene anormale chiamato BCR-ABL1. Questo gene alterato causa la proliferazione incontrollata delle cellule mieloidi.
I sintomi della LMC possono variare da persona a persona, ma spesso includono stanchezza, debolezza, perdita di peso, sudorazione notturna e ingrossamento della milza. La diagnosi viene solitamente effettuata attraverso esami del sangue, come l’emocromo completo e l’analisi citogenetica per identificare la presenza del cromosoma Philadelphia.
Il trattamento della LMC dipende dallo stadio della malattia e dalle caratteristiche individuali del paziente. Le opzioni terapeutiche possono includere terapie farmacologiche, come l’uso di inibitori tirosin-chinasi (TKI) per bloccare l’azione del gene BCR-ABL1, oppure trapianto di midollo osseo in casi selezionati.
Grazie ai recenti progressi nella terapia mirata, molti pazienti con LMC possono raggiungere una gestione efficace della malattia e una sopravvivenza a lungo termine. Tuttavia, il monitoraggio regolare e la gestione attenta della malattia sono ancora necessari per garantire il controllo della LMC nel corso del tempo.
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