Epatite C: cos’è? Si può guarire?
Si guarisce dall’epatite C? Considerando la gravità della patologia, la domanda in questione è molto diffusa. Nelle prossime righe, cercheremo di fare il punto della situazione sulla risposta. Il consiglio che ti diamo, come sempre, è quello di contattare il tuo curante di fiducia in caso di dubbi in merito alle tue condizioni di salute.
Cos’è l’epatite C?
L’epatite C è una malattia provocata dal virus HCV. Nel momento in cui questo agente virale infetta il fegato, si ha a che fare con un quadro infiammatorio. Può capitare, in alcuni casi, che il paziente affetto da epatite C non si accorga della malattia fino a quando non viene sottoposto a test specifici per l’individuazione del virus.
Sei su Telegram? Segui le notizie di SaluteLab.it sul nostro canale! Iscriviti, cliccando qui!
Patologia per la quale non esiste un vaccino – l’unica arma per proteggersi è la prevenzione – l’epatite C può essere causata dallo scambio di siringhe sporche con sangue infetto, ma anche da trapianti e trasfusioni di sangue effettuati prima del 1992, anno in cui, in Italia, è stato introdotto lo screening dei lotti di sangue per quanto riguarda la ricerca del virus HCV, scoperto solo tre anni prima.
Dopo questa premessa iniziale, possiamo entrare nel vivo della questione della guarigione dei pazienti affetti da epatite C.
L’epatite C si può curare?
La scienza ha fatto passi da gigante per quanto riguarda la cura dell’epatite C. Oggi come oggi, i pazienti che scoprono la malattia hanno la possibilità di accedere a farmaci estremamente efficaci. Nell’elenco è possibile includere medicinali come il Sofosbuvir, il Simeprevir, il Daclatasvir (giusto per citarne alcuni).
Ovviamente l’approccio terapeutico varia da paziente a paziente. Fondamentale, per esempio, è il genotipo del virus rilevato nel soggetto trattato. Anche le eventuali altre patologie presenti possono influenzare le scelte degli specialisti nella cura.
Fino al 2013, per il trattamento del virus con tutti i genotipi si ricorreva al mix tra interferone alfa pegilato e ribavirina. Oggi come oggi, l’interferone non è più impiegato e la ribavirina viene chiamata in causa quando si parla di regimi farmacologici alternativi.
L’approccio oggi adottato prevede il ricorso a farmaci antivirali in grado di colpire bersagli specifici. I suddetti farmaci vengono somministrati in combinazione tra loro, così da massimizzare l’efficacia del trattamento.
Il soggetto è dichiarato guarito nel momento in cui, a 12 settimane dalla conclusione del trattamento, non viene più rilevata la presenza del virus.
Fondamentale è rammentare che, anche se si viene dichiarati guariti, non si è immuni. Fondamentale è quindi porre attenzione ai comportamenti a rischio. Essenziale è rammentare il fatto di non spaventarsi davanti alla positività agli anticorpi anti HCV (è difficile che i pazienti guariti dall’epatite C perdano questa memoria immunologica). Il quadro appena descritto non vuol dire che l’infezione sia attiva.
Dopo la guarigione è fondamentale evitare il consumo di alcol. Inoltre, è opportuno rispettare il calendario delle visite di controllo post trattamento con lo specialista di fiducia. Concludiamo rammentando l’importanza di condurre una vita salutare, con un focus su alimentazione completa e attività fisica.
LEGGI ANCHE: Epatite B: quali sono le cause?