Influenza del cammello: cos’è, sintomi, chi è a rischio
In questi giorni si sta parlando molto della cosiddetta influenza del cammello, altrimenti nota come MERS-CoV. La sindrome respiratoria mediorientale sta colpendo diverse persone, soprattutto tifosi di ritorno dalle partite dei mondiali del Qatar. I casi sono sempre di più. Alla luce di ciò, le autorità del Regno Unito hanno diramato un’allerta con lo scopo di arrivare a contenere il più possibile la diffusione del virus. Quali sono i suoi sintomi? Chi è maggiormente a rischio? Nelle prossime righe di questo articolo, cercheremo di rispondere assieme a questi interrogativi. Come sempre, ti invitiamo, nel caso in cui dovessi avere dubbi sulle tue condizioni fisiche, a metterti tempestivamente in contatto con il tuo medico curante.
MERS-CoV: un virus conosciuto da anni
Il virus MERS-CoV, o influenza del cammello, non è certo una novità per i medici di tutto il mondo. Si tratta, infatti, di un virus la cui esistenza è nota ormai da diverso tempo, per la precisione dal 2012.
Quali sono i sintomi?
A questo punto, è naturale chiedersi quali siano i sintomi del virus. Tra i principali rientrano l’insorgenza di febbre, la tosse e le difficoltà respiratorie. In alcuni casi può presentarsi anche la polmonite, ma non in tutti.
Per dovere di precisione, è il caso di rammentare che, in diverse situazioni, ci sono state segnalazioni di sintomi di natura gastrointestinale, come per esempio la diarrea. L’influenza del cammello, però può essere anche asintomatica. La mortalità di questa forma di influenza è pari al 35%.
Modalità di trasmissione
Cosa dire, invece, in merito alle modalità di trasmissione? Come sottolineato dagli esperti del Ministero della Salute, la maggior parte dei contagi è avvenuta in ambiente sanitario, con trasmissione da persona a persona. Secondo diverse ricerche scientifiche, i dromedari sarebbero il serbatoio del virus e sarebbero in grado di trasmetterlo all’essere umano.
Gli esperti sottolineano altresì che è difficile che il virus si trasmetta da persona a persona se non ci sono contatti stretti. Un contesto di trasmissione molto comune è quello in cui un determinato soggetto si prende cura di una persona con l’infezione.
Da quando il virus è stato scoperto, sono stati registrati casi in quasi 30 Paesi del mondo, dalla Germania fino al Regno Unito. Nel 2013, l’OMS ha stabilito che l’influenza del cammello non deve essere considerata un’emergenza di salute pubblica e che non sussiste la necessità di mettere in campo restrizioni ai viaggi e al commercio.
Incubazione e chi è più a rischio
Per quanto riguarda il periodo di incubazione, ricordiamo che è pari a 5/6 giorni. In alcuni casi, però, si può arrivare anche a 14. Le persone più a rischio di contrarre una forma grave della sindrome respiratoria in questione sono gli anziani e i soggetti con un sistema immunitario deficitario. Da non dimenticare sono i soggetti con malattie croniche, dalle patologie renali fino al cancro, senza dimenticare l’ipertensione, le malattie cardiovascolari e il diabete.
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