Igiene intima, ci sono prodotti che rischiano di fare più male che bene
Contro gli odori, i peli, per sentirsi freschi o attraenti... Al marketing non mancano di certo gli argomenti per vendere prodotti per l'igiene femminile. Dietro queste belle promesse, però, la realtà è molto più cupa.
Contro gli odori, i peli, per sentirsi freschi o attraenti… Al marketing non mancano di certo gli argomenti per vendere prodotti per l’igiene femminile. Dietro queste belle promesse, però, la realtà è molto più cupa.
Secondo uno studio condotto dall’Università di Guelph (Canada) e pubblicato sulla rivista BMC Women’s Health, lozioni detergenti e rinfrescanti, nonché altri lubrificanti, sono associati ad un aumentato rischio di infezioni vaginali.
Per raggiungere questa conclusione, il team di scienziati ha condotto un sondaggio su 1.500 donne canadesi. L’obiettivo: conoscere i prodotti usati per le parti intime e i problemi conseguenti.
RISCHI REALI
Il 95% degli intervistati ha ammesso di usare prodotti per l’igiene personale. Tra questi, due terzi li usano nelle vagine. Tra i prodotti più utilizzati, i lubrificanti (41%), le compresse vaginali (35%) e le creme anti-prurito (26%).
“Lo studio ha già dimostrato che i prodotti vaginali possono avere un impatto negativo sulla salute della vagina ma sappiamo molto poco circa le decine di altri prodotti disponibili“, ha affermato Kieran O’Doherty, co-autore dello studio.
Secondo la ricerca, la probabilità di sviluppare un’infezione vaginale è otto volte più alta nelle donne che usano gel antisettici, per di più sono anche 20 volte più esposte alle infezioni batteriche.
Per quanto riguarda lozioni e gel detergenti, il bilancio è scarsamente migliore. Sono associati a un rischio di infezione batterica moltiplicato per 3,5 e di infezione urinaria moltiplicata per 2,5. L’uso di salviette per la pulizia è collegato a un rischio simile. Anche i lubrificanti e gli idratanti hanno scarsi risultati.
Nel complesso, le donne che usano prodotti per la cura personale hanno tre volte più probabilità di avere un’infezione nelle parti intime. Ciò sembra a dir poco paradossale, dal momento che la maggior parte di loro li usa per la prevenzione.
Questa scoperta potrebbe essere correlata a un impatto deleterio di questi prodotti sul microbiota vaginale.
“Questi prodotti possono prevenire la crescita dei batteri buoni, necessari per combattere le infezioni“, ha afferma il professor Kieran O’Doherty.
Una flora batterica squilibrata favorisce, per l’appunto, infezioni batteriche o trasmesse sessualmente, ma anche malattie infiammatorie pelviche, disturbi della fertilità o persino il cancro della cervice.
Mentre questi risultati suggeriscono cautela, è ancora impossibile addebitare i guai direttamente ai prodotti per la cura personale.
“Questo studio non dice se siano i prodotti a causare le infezioni o se le donne li usano nella speranza di evitare un’infezione“, ha affermato O’Doherty, “ma questi risultati mostrano una forte correlazione“.
Sarà necessario, comunque, condurre ulteriori studi sull’argomento, soprattutto perché le donne che usano questi prodotti sono, in generale, poco consapevoli dei rischi che corrono.
“La società ha costruito un mito secondo cui i genitali femminili sono sporchi e gli spot pubblicitari incoraggiano le donne a raggiungere questo ideale di pulizia. Questi prodotti, in pratica, sono visti come un’esigenza fisica e non come una scelta“.