Allergia ai pollini, cos’è, sintomi, trattamento e consigli
Quando arriva il bel tempo, gli occhi ‘pungono’ e sono lacrimosi; il naso cola e starnutiamo. I segnali sono chiari: probabilmente abbiamo un’allergia ai pollini, un problema di salute comune.
Cos’è l’allergia ai pollini?
L’allergia ai pollini è stagionale. Comincia in primavera, quando la natura inizia a rinascere, e prosegue fino a settembre. I pollini si disperdono nell’aria per circa due mesi da marzo per la betulla, da aprile per il cipresso, il platano, la quercia e il frassino, da maggio per le graminacee, da giugno per l’erbacea e da agosto per l’ambrosia.
Si stima che il 20% della popolazione sia affetta da questo problema di salute e, quindi, sperimenti ogni anno questi numerosi disagi episodici.
Sintomi dell’allergia ai pollini
I sintomi più comuni dell’allergia ai pollini sono congiuntivite, starnuti, congestione nasale, naso che cola, tosse, gola secca e mal di testa. Le manifestazioni, la loro intensità e la loro durata variano da individuo a individuo. Nei casi più gravi, questa allergia può causare difficoltà respiratorie o addirittura un attacco d’asma nei soggetti più sensibili.
Il trattamento dell’allergia ai pollini consiste nell’assunzione di antistaminici e corticosteroidi che hanno l’effetto di calmare la crisi in presenza dell’allergene. Sarò necessario, però, assumere questi farmaci ad ogni crisi.
Per risolvere il problema in modo più permanente, è necessario incontrare un allergologo che possa fare una valutazione e offrire una desensibilizzazione.
Questa terapia permette di eliminare l’allergia esponendo il paziente, gradualmente e a piccole dosi, all’allergene in questione. Il trattamento di desensibilizzazione, però, può durare diversi anni (di solito da 3 a 5 anni) e che le prime settimane possono essere difficili per il paziente perché è a diretto contatto con una sostanza a cui è allergico.
Cosa fare in caso di allergia ai pollini?
Al fine di ridurre al minimo gli effetti del polline sul corpo, è possibile adottare alcune precauzioni. Nei periodi di rischio allergico, bisogna limitare le uscite in caso di picco di inquinamento perché indebolisce le vie aeree e rende più vulnerabile al polline.
Occorre dottare lo stesso atteggiamento in caso di vento perché il polline è ancora più piccolo e può essere più facilmente ingerito dal naso o dalla bocca.
Va evitato tutto ciò che può indebolire le vie respiratorie, come il fumo. Si possono anche adottare altre misure: ventilare regolarmente la casa e asciugare il bucato al chiuso in modo da essere il meno possibile a contatto con l’aria allergene.
LEGGI ANCHE: Macchie bianche sulle unghia, cosa significano?