Parodontite: quali benefici oggi con le cure laser?
La parodontite è una malattia infiammatoria che interessa il parodonto, vale a dire quell’apparato a sostegno degli elementi dentali costituito dalle gengive, dal legamento parodontale e dall’osso.
Questo tessuto, se attaccato da batteri e/o virus, può infiammarsi e cominciare a ritirarsi e distruggersi, lasciando il dente scoperto e causandone infine la caduta se l’infezione viene trascurata ed arriva fino all’osso. Per questo la prevenzione gioca un ruolo fondamentale.
Naturalmente, in caso di insorgenza dell’infiammazione occorre curarla intervenendo tempestivamente, affidandosi a centri odontoiatrici di comprovata affidabilità ed esperienza.
Le caratteristiche della cura laser
Come spiegato nella guida dedicata a come curare la parodontite messa a disposizione da excellencedentalnetwork.com, sito web dei centri odontoiatrici partner del marchio IMI-EDN, la tecnica laser è quella più innovativa a cui si può ricorrere per curare questa patologia dentale.
Naturalmente tutto parte da una valutazione molto attenta della situazione personale del paziente, per verificare la presenza di batteri ed eventuali tasche parodontali in cui potrebbero proliferare.
Notoriamente, il laser è uno strumento che permette un approccio terapeutico molto meno invasivo e molto più preciso rispetto alla terapia chirurgica tradizionale. Grazie a questa tecnologia è possibile evitare incisioni ed opere di ricucitura, che possono risultare sgradevoli anche se eseguite da un professionista: in tal senso, lo scopo è quello di neutralizzare direttamente i batteri coinvolti nell’infezione senza causare disagio ai tessuti circostanti. In molti casi non si rende necessaria nemmeno l’anestesia e, grazie alla sua funzione biostimolante, il laser può provocare la recessione delle tasche parodontali contribuendo alla rigenerazione spontanea dei tessuti parodontali.
Il laser per la cura della parodontite è in genere quello al neodimio che funziona con specifiche frequenze adeguate al trattamento dei tessuti molli. Grazie a questa tipologia di laser Neodimio, utilizzata in combinazione con il microscopio operatorio, il professionista può raggiungere i batteri in profondità senza dover procedere con il cosiddetto currettage, che in pratica va a raschiare sotto la gengiva e necessita di anestesia.
Del resto, il laser è perfetto proprio perché riesce a raggiungere aree scarsamente vascolarizzate dove anche gli antibiotici risultano di poca efficacia.
Grazie all’utilizzo della moderna diagnostica genetica e microbiologica è possibile personalizzare l’intervento sulle reali necessità del paziente, assicurando una guarigione in tempi più brevi. Il mantenimento, ovviamente, potrà prevedere un controllo maggiore delle abitudini alimentari, delle funzionalità del sistema immunitario così come una migliore igiene orale domiciliare quotidiana, che deve essere sempre affiancata da quella professionale almeno una volta l’anno.
Sintomi e prevenzione della parodontite
Le concause scatenanti possono ad esempio provenire da una scorretta igiene orale: lavare i denti tre volte al giorno dovrebbe essere la norma, così come usare dispositivi aggiuntivi allo spazzolino quali ad esempio lo scovolino o il filo interdentale per arrivare meglio negli spazi tra un dente e l’altro.
Infatti, è proprio la presenza di residui di cibo che spesso porta al proliferare di batteri o virus dannosi che causano innanzitutto una gengivite, con presenza di placca batterica, fino ad evolvere poi nella parodontite vera e propria.
La sintomatologia può essere assente oppure presentarsi come una sensazione di gonfiore, associato a sanguinamento a contatto con lo spazzolino o anche mentre si mastica. Anche sensibilità al caldo e al freddo, alitosi e denti che si muovono e cambiano posizione possono essere segnali d’allarme per un’infezione parodontale attiva.
Una volta effettuata la diagnosi clinica e di laboratorio, il dentista può intervenire in vari modi, che vanno dalla sola rimozione della placca e del tartaro fino ad arrivare a effettuare interventi che prevedono l’innesto di nuovo tessuto gengivale od osseo.
Ovviamente, vi sono soggetti più predisposti di altri alle infezioni di questo tipo e molto può dipendere dal proprio sistema immunitario o dallo stile di vita. Per un’azione di prevenzione efficace, allora, il consiglio è quello di consumare cibi ricchi di vitamina C, evitare il fumo, le bevande alcooliche e le sostanze irritanti in genere e prestare particolare attenzione all’igiene orale. In questo modo si creeranno condizioni meno favorevoli alla insorgenza di questa malattia infiammatoria.