Covid-19 e obesità, il coronavirus può infettare le cellule grasse?
Uno studio pubblicato recentemente ha messo in evidenza una scoperta che confermerebbe le prime spiegazioni sulle forme gravi di Covid-19 che colpiscono gli obesi. Approfondiamo quanto emerso.
Covid-19 e tessuto adiposo: lo studio
Le cellule che immagazzinano il grasso si chiamano adipociti e si trovano nel tessuto adiposo. Scienziati di Stanford, con l’aiuto dei loro colleghi in Svizzera e Germania, hanno osservato la presenza di RNA SARS-CoV-2 negli adipociti.
Cosa vuol dire? Che probabilmente il virus Covid-19 è capace d’infettare gli adipociti.
Inoltre, per confermare la tesi, i ricercatori hanno raccolto campioni di grasso viscerale, sottocutaneo, pericardico ed epicardico da pazienti sottoposti a chirurgia bariatrica e quindi li hanno infettati con SARS-CoV-2. Il genoma del coronavirus è stato identificato negli adipociti maturi, ma non nei preadipociti. Il coronavirus può anche infettare un sottotipo di macrofago, chiamato macrofago C2, che risiede nel tessuto adiposo.
Questi risultati, pre-pubblicati sul server di pre-pubblicazione di BioRxiv, potrebbero spiegare, in parte, perché le persone obese (BMI>30) sono più colpite da forme gravi e prolungate di Covid-19.
Per confermare i dati di questi studi è necessario che vengano svolti altri studi indipendenti, intanto le ipotesi sono che:
- il virus SARS-CoV-2 è capace d’infettare gli adipociti ma anche i macrofagi che amplificano la risposta infiammatoria;
- il tessuto adiposo potrebbe essere un serbatoio del virus spiegando così la forma grave e prolungata di Covid-19 nei pazienti obesi.
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