Obbligo vaccinale per la Polizia, cosa rischiano gli agenti non vaccinati
Procedure rigorose e sanzioni pesanti per garantire l’osservanza dell’obbligo vaccinale per tutto il personale della Polizia di Stato.
Lo prevede la circolare a firma del Capo della Polizia Lamberto Giannini inviata a tutti i dirigenti degli uffici e reparti dopo che il decreto legge n.172 ha esteso, dal 15 dicembre, tale obbligo vaccinale per la prevenzione da Sars-Covid-2 al personale del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico.
Spetterà ai dirigenti responsabili (o a dirigenti da loro delegati) delle diverse articolazioni centrali e periferiche dell’Amministrazione della Pubblica Scurezza verificare l’osservanza dell’obbligo.
Nel caso in cui non risulti l’effettuazione della vaccinazione o la presentazione della relativa richiesta, la persona viene invitata (mediante consegna diretta o, se assenti, con qualsiasi mezzo di notifica legalmente previsto) a produrre entro cinque giorni alcuni documenti tra cui l’attestazione della omissione o del differimento della vaccinazione in relazione a specifiche condizioni cliniche attestate dal medico di base, o la presentazione di richiesta di vaccinazione da fare in un termine non superiore a venti giorni.
L’atto di accertamento dell’inadempimento dell’obbligo vaccinale determina l’immediata comunicazione scritta all’interessato e la sospensione dall’attività lavorativa senza conseguenze disciplinari e con il diritto alla conservazione del rapporto di lavoro.
In tale ipotesi al poliziotto sono temporaneamente ritirati la tessera di riconoscimento, la placca, l’arma in dotazione individuale e le manette. Relativamente alle sanzioni, lo svolgimento dell’attività lavorativa in violazione dell’obbligo vaccinale, è punito con il pagamento di una somma da 600 a 1.500 euro (l’applicazione compete al Prefetto competente per territorio) somma che va dai 400 ai 1.000 euro per i responsabili degli uffici che vengono meno al dovere di assicurare il rispetto dell’obbligo vaccinale.
L’obiettivo è quello di contenere la diffusione del virus in tutti gli ambienti di lavoro, “a tutela della salute pubblica e individuale e del sereno svolgimento della quotidiana attività lavorativa”.
Fonte: 9 Colonne.