I 6 campanelli d’allarme dell’artrite reumatoide
Oggi, il progresso nel campo della reumatologia permette d’intraprendere un percorso di conoscenza dell’artrite reumatoide al fine di poter intervenire precocemente con la migliore strategia terapeuta al comparire dei primi campanelli d’allarme che andremo ad elencare.
Si stima che in Italia la malattia sia prevalente in oltre 400mila casi, colpisce più frequentemente le donne.
L’artrite reumatoide: cos’è?
Sono le articolazioni grandi e piccole ad essere interessate al processo infiammatorio cronico che dà origine all’artrite reumatoide.
Una malattia infiammatoria cronica autoimmune, per la precisione, che colpisce spesso le mani e i piedi.
Cosa s’intende per autoimmune? Il sistema immunitario, invece di proteggere l’organismo dagli agenti esterni come virus e batteri, attacca i tessuti sani del corpo. Insomma, fa proprio il contrario! E l’artrite reumatoide è una malattia autoimmune molto diffusa.
Non si conoscono le cause scatenanti di questa malattia, tuttavia è noto che una certa predisposizione genetica gioca un ruolo chiave nella comparsa della stessa ma, secondo un nuovo studio, pubblicato sulla rivista specializzata Frontiers in Medicine, sarebbe Glaesserella parasuis, un batterio delle gengive, a causare l’artrite reumatoide. La scoperta è stata realizzata dai ricercatori della Fondazione Policlinico Gemelli e Università Cattolica.
I campanelli d’allarme
Conoscere i sintomi dell’artrite reumatoide è importante per stabilire una diagnosi precisa e intervenire con una terapia strategica e mirata.
Secondo la Società Italiana di Reumatologia (Sic) bisogna tenere in considerazione:
1. Dolore alle mani e ai piedi facendo attenzione alla presenza di rigonfiamenti alle articolazioni e alla sensazione di rigidità al mattino.
2. Presenza di febbricola e sensazione di stanchezza eccessiva e depressione del tono dell’umore.
3. Calore e rossore negli arti compromessi.
4. Mancanza di energia.
5. Sudorazione.
6. Dimagrimento.
Tutti questi sintomi diventano dei campanelli d’allarme se persistono per 4 o 6 settimane. In tal caso è necessario un approfondimento clinico per stabilire la presenza dell’artrite reumatoide da parte dello specialista.