Zangrillo: “Basta coi bollettini, pensiamo agli altri malati”
«Trovo inutili e dannosi i bollettini quotidiani con i dati sui contagi. Rincorrendo i numeri e le fantasie di pseudo-scienziati perdiamo di vista le basi fondamentali dell’umanità».
Così, in un’intervista al Corriere della Sera, Alberto Zangrillo, direttore del Dipartimento di anestesia e terapia intensiva dell’Irccs ospedale San Raffaele di Milano, fermamente contrario alla campagna del terrore che giudica «devastante».
«È arrivato il momento, oggi più che mai, di occuparsi degli altri malati: gli oncologici, i cardiopatici, chi ha malattie neurologiche e patologie croniche. Sono malati dimenticati – ha affermato Zangrillo -, con situazioni che si stanno riacutizzando e che rischiano di aggravarsi in modo irrimediabile».
Zangrillo ha proposto, quindi, «una cabina di regia governativa che, nel rispetto dell’autonomia delle Regioni, fissi obiettivi e metta risorse per tornare a seguire chi sta davvero male. In agenda, poi, bisogna tornare a mettere il tema della prevenzione che nel breve periodo porta a spendere, ma che sul lungo fa risparmiare il servizio sanitario e dà qualità di vita».
Il rischio, ha aggiunto, «è di finire nelle secche per inseguire solo i malati Covid. Il ritorno alla realtà a settembre proporrà ben altro, ossia il riacutizzarsi delle patologie croniche».
Al Pronto soccorso del San Raffaele, ha spiegato Zangrillo, «si sta presentando un numero maggiore di positivi che, però, nella maggior parte dei casi possono essere subito mandati a casa. I ricoveri riguardano chi non si è vaccinato».
E per affrontare il problema Covid, secondo Zangrillo, serve «innanzitutto, fare capire bene che chi si vaccina è protetto dalla malattia in forma grave e dal rischio di morte. E per farlo capire, ritorno al punto di partenza, bisogna smetterla di comunicare il numero dei contagi che da soli non dicono nulla».
Sugli scettici del vaccino, poi dice: «come scritto anche da Nature, quasi il 20% della popolazione non si vaccinerà. E su questo c’è poco da fare. C’è uno zoccolo duro di scettici che è difficile da scalfire».
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