Covid-19, dal 3 giugno vaccino per tutti in Italia, l’annuncio di Figliuolo
«Dal 3 giugno si darà possibilità a tutte le regioni e province autonome di aprire a tutte le classi seguendo il piano, utilizzando tutti i punti di somministrazione anche quelli aziendali».
Così il Commissario Straordinario per l’emergenza Covid, il Generale Francesco Paolo Figliuolo nel corso della visita in Umbria, all’uscita del centro vaccinale di Bastia Umbra.
Figliuolo ha messo subito in chiaro un aspetto: «C’è un però, le dosi saranno 20 milioni. È chiaro che questa Regione dice io posso andare anche a 20.000» ma «non può. Salirà rispetto a quello che fa oggi di 2.000, 3.000, arriveremo agli oltre 50.000\52.000 settimanali, ma non potrà pensare di fare 20.000 per sempre. Quello che si deve evitare è la rincorsa al io ne voglio di più».
Dalla prossima settimana, inoltre, il possibile avvio alle vaccinazioni anche agli adolescenti: «È molto probabile che dall’inizio della settimana prossima anche l’AIFA darà il via libera agli adolescenti che vanno dai 12 anni in sù. Nel piano li avevo già previsti a marzo. Siamo in grado di procedere anche su questa classe, dai 12 ai 15, circa 2 milioni e 300 mila ragazzi».
Il commissario straordinario per l’emergenza Covid ha anche illustrato i dati soddisfacenti riportati dall’Italia sul piano delle vaccinazioni: «Oggi noi abbiamo somministrato quasi 33 milioni di dosi, di 31 milioni 800.000 prima dose, il restante persone vaccinate. Gli over 80 abbiamo superato il 90%. Gli over 70 siamo sopra l’80%».
Figliuolo ha poi ricordato i punti su cui l’Italia dovrebbe migliorare: «Sugli over 60 a livello nazionale dobbiamo crescere di più perché siamo intorno al 62, 63%. Che cosa ci rimane da fare in questo momento? Con procedure di chiamate attiva, dobbiamo andare ad intercettare la restante parte della popolazione che ci manca. Quindi se mancano i fragili, si vanno a cercare. Dobbiamo mettere in sicurezza queste classi perché sono quelle che possono andare in ospedale o terapia intensiva. I dati di ieri sono ottimi da questo punto di vista, si continua a verificare un calo delle terapie intensive e decessi, ma non bisogna abbassare la guardia».
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