Il calcio perde la sua “Roccia”, è morto Tarcisio Burgnich
ROMA (ITALPRESS) – Lutto nel mondo del calcio: si è spento a 82 anni l’ex difensore della Nazionale Tarcisio Burgnich.
Originario di Ruda, in Friuli, classe 1939, Burgnich è considerato uno dei migliori difensori italiani di sempre, tanto da essere soprannominato “La Roccia”. Terzino destro, stopper o libero, dopo essere cresciuto nell’Udinese viene acquistato dalla Juventus ma senza trovare sufficiente spazio, poi Palermo e quindi, nel 1962, l’approdo in nerazzurro, dove diventerà un tassello fondamentale della difesa di Helenio Herrera. All’Inter rimarrà per 12 anni, collezionando 467 presenze, segnando 6 gol e conquistando otto trofei: quattro scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali. Chiuderà poi la carriera al Napoli mentre con la maglia azzurra della Nazionale fa parte del gruppo che vince l’Europeo nel 1968 – ancora oggi unico successo dell’Italia nella manifestazione – e poi arriva in finale a Messico ’70, arrendendosi solo al Brasile di Pelè dopo l’incredibile 4-3 contro la Germania, dove Burgnich sigla il provvisorio 2-2. Alla fine degli anni Settanta intraprende anche la carriera di allenatore, occupando, fra le altre, le panchine di Catanzaro, Bologna, Como, Cremonese e Pescara, ultima sua esperienza a inizio 2001.
(ITALPRESS).
Originario di Ruda, in Friuli, classe 1939, Burgnich è considerato uno dei migliori difensori italiani di sempre, tanto da essere soprannominato “La Roccia”. Terzino destro, stopper o libero, dopo essere cresciuto nell’Udinese viene acquistato dalla Juventus ma senza trovare sufficiente spazio, poi Palermo e quindi, nel 1962, l’approdo in nerazzurro, dove diventerà un tassello fondamentale della difesa di Helenio Herrera. All’Inter rimarrà per 12 anni, collezionando 467 presenze, segnando 6 gol e conquistando otto trofei: quattro scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali. Chiuderà poi la carriera al Napoli mentre con la maglia azzurra della Nazionale fa parte del gruppo che vince l’Europeo nel 1968 – ancora oggi unico successo dell’Italia nella manifestazione – e poi arriva in finale a Messico ’70, arrendendosi solo al Brasile di Pelè dopo l’incredibile 4-3 contro la Germania, dove Burgnich sigla il provvisorio 2-2. Alla fine degli anni Settanta intraprende anche la carriera di allenatore, occupando, fra le altre, le panchine di Catanzaro, Bologna, Como, Cremonese e Pescara, ultima sua esperienza a inizio 2001.
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